Seconda parte dell’intervista al centrocampista del Monza protagonista di un’ottima prima parte di stagione
Di seguito la seconda parte della lunga intervista di Nicolò Rovella sulle pagine di Tuttosport.
Il giocatore che più l’ha impressionata?
«Di Maria: per la velocità con cui fa le giocate e poi perché tecnicamente è proprio di un altro livello. Poi a me piace molto Locatelli che gioca nel mio ruolo. A Genova ho giocato con Pandev, qui ci sono Pessina, Sensi, Pablo Mari: se prendi qualcosa da ciascuno, migliori sicuramente».
Ecco, lei dove deve ancora migliorare?
«Sicuramente devo mettere su un po’ di muscoli, poi devo migliorare nella fase di non possesso, mentre in quella di possesso non devo pensare a voler sempre la palla ma a muovermi bene sul campo. E poi devo iniziare a fare qualche gol, visto che sono ancora a zero, meno di così è impossibile…».
Se è diventato un giocatore professionista, a chi deve dire grazie?
«A Paolo, mio papà, perché mi ha portato ovunque e ha visto tutte le mie partite, anche se facevo un torneo giovanile in Repubblica Ceca. E devo dire grazie pure a Francesco “Ciccio” Bega il procuratore che mi ha portato a Genova e mi ha sempre seguito».
L’idolo da ragazzino?
«Ne avevo due, Marchisio e Sneijder. E poi Modric».
Cosa ha portato Palladino con il suo arrivo al Monza?
«Idee nuove e capacità di fare gruppo: questa è la nostra forza».
Alla Nazionale ci pensa?
«Ovvio, è il sogno di ogni ragazzino».
Quanto le ha fatto male guardare il Mondiale in tv?
«Ha fatto malissimo: speriamo sia l’ultima volta».
Voi state rifacendo la preparazione?
«Sì e si corre… È come se fossimo a fine agosto, tanto che Galliani ci ha detto che nel primo campionato ci siamo salvati, ora tocca fare il secondo e vanno dimenticati i 9 punti sulla terz’ultima. Questo discorso ce lo ha fatto il primo dicembre, ma lui ci ha detto che era il primo luglio…».