Moise Kean, almeno sino a metà novembre, era stato davvero importante per la Juve. Sei partite di fila da titolare, anche se senza gol all’attivo, mentre Vlahovic e Chiesa faticavano, tra guai fisici e prestazioni un po’ così. Non a caso Moise era rientrato nel giro della Nazionale e nulla lasciava presagire un possibile addio alla maglia bianconera a gennaio. Scrive La Gazzetta dello Sport.
La carriera dell’attaccante azzurro, però, è sempre stata un sali e scendi sulle montagne russe. Dall’esplosione alla Juve al flop all’Everton, dalla rinascita al Psg al ritorno non particolarmente esaltante a Torino. Kean ha solo 23 anni, ma ne ha già viste tante nel mondo del calcio. E chissà dove sarà la prossima tappa, magari alla Fiorentina o al Monza, i due club che più stanno spingendo per accaparrarselo in prestito.
La Juve
Ma come viene valutata alla Continassa la cessione di Kean? Con la crescita di Kenan Yildiz, il reparto avanzato è decisamente coperto, soprattutto in un’annata senza coppe europee. Il turco e Chiesa come seconde punte, Vlahovic e Milik le prime, anche se il polacco può pure giocare in appoggio a un centravanti, all’occorrenza. Moise rischia di essere un di più, per giunta con uno stipendio da 3,5 milioni netti e un contratto con data di scadenza 30 giugno 2025.
La partenza per giocare con continuità potrebbe dunque essere solo l’anticipo di un addio definitivo in estate. In special modo se Kean non dovesse prolungare il suo accordo con la Juve. Sarebbe così già la seconda volta che la Signora molla Moise. E forse l’ultima.