Luigi Radice, figura iconica del calcio italiano, ha segnato un’impronta indelebile sia come giocatore che come allenatore. Nei panni di giocatore, Radice ha indossato le maglie di Milan, Triestina e Padova, incarnando il prototipo del marcatore puro nel ruolo di terzino sinistro durante gli anni cinquanta e sessanta. Dopo un inizio poco fortunato al Milan, dove totalizzò 19 presenze in tre stagioni, ma ottenne comunque due scudetti, Radice si trasferì dapprima alla Triestina e successivamente al Padova. Fu al Padova che Radice ottenne risultati significativi, contribuendo alla vittoria dello scudetto del 1961/1962 e della Coppa dei Campioni nella stagione successiva. Purtroppo, un grave infortunio al ginocchio pose fine alla sua carriera da calciatore.
L’eclettico allenatore
Radice ha poi iniziato la sua carriera da allenatore proprio a Monza nel 1969/70, concludendola nel 1997 nella stessa città. Tuttavia, il suo successo più significativo è stato nella stagione 1975/76 quando allenò il Torino, diventando l’unico allenatore capace di vincere lo scudetto con la squadra granata dopo la tragedia di Superga. Nello stesso anno, ottenne il premio Seminatore d’Oro come miglior allenatore dell’anno. Il suo percorso come tecnico si estese ad altre squadre di prestigio in Italia, tra cui Milan, Inter, Roma, Cagliari e Fiorentina. In particolare, il suo periodo alla Fiorentina è stato caratterizzato da una retrocessione clamorosa dopo il suo inaspettato esonero a metà stagione, lasciando la squadra al secondo posto in classifica.
Il legame con la sua Brianza
Nel 2004, Radice è stato insignito della civica benemerenza di Cesano Maderno, sua città natale e luogo dove ha iniziato la sua carriera calcistica. Questo riconoscimento ha sottolineato il legame profondo che lo unisce alle sue radici e alla sua storia nel mondo del calcio. Storica una sua frase ricordata anche da Adriano Galliani: “Il Monza è il mio Real Madrid”.