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Papu Gomez: “Monza è come tornare a casa. Palladino come Gasperini”

L'argentino ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport parlando del suo arrivo al Monza

Il Papu Gomez ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. Qui un primo estratto della sua nuova avventura in Italia, al Monza.

Quanto è durata la trattativa con l’a.d. Adriano Galliani?
«Poche ore (sorride, ndr). E’ stata la scelta di tutta la famiglia, la scelta giusta per mettermi in gioco. Pensavo di restare senza squadra fino a gennaio a Siviglia, mi vedevo così anche se mi mancava un po’ il calcio. Ho avuto offerte dall’Arabia che non mi avrebbero cambiato la vita, dalla Turchia, dalla Francia, ma spostare tutta la famiglia con i figli che avevano iniziato le scuole era incasinato. Monza è come tornare a casa visto che abbiamo casa a Bergamo».

Galliani l’aveva cercata in estate?
«No, senza l’infortunio di Caprari il Monza non avrebbe avuto bisogno di me».

In passato però ve lo eravate promessi…
«Ci eravamo parlati quando il Monza stava in C, facevamo colazione a Ibiza e Galliani mi disse che prima o poi sarei venuto qui. Mi stavo giocando la Coppa America, il Mondiale, la Champions con l’Atalanta. Era una promessa più per il futuro. Questo è il momento giusto».

Che campionato ha ritrovato?
«Una A ancora competitiva, resta insieme con la Premier e la Liga il torneo più competitivo. L’Atalanta di Gasperini ha fatto scuola, tante squadre giocano 3-4-3 o 3-4-2-1. Ho visto allenatori come Palladino, Thiago Motta, Gilardino, giovani e molto ambiziosi, che propongono un gioco molto interessante».

Quanto Gasp c’è in Palladino?
«Il 90% di Gasp, per questo mi è semplice inserirsi in questo Monza, ritrovo certi meccanismi conosciuti».

Circa tre anni fa la rottura con Gasperini nata dal diverbio nell’intervallo della gara di Champions contro il Midtjylland: rifarebbe tutto?
«Non cambierei nulla perché ho vinto un Mondiale, una Coppa America e un’Europa League dopo la separazione dalla Dea. Ho continuato a giocare ad alti livelli. Ovviamente non è stato piacevole andare via così per i tifosi. Siamo persone adulte, con Gasp quel che è successo è successo. Sono passati anni, speriamo di trovarci presto e salutarci. E non è un tiranno».

Alla ripresa c’è la Roma di Mou: ha particolari ricordi?
«Uno solo, l’Europa League vinta col Siviglia contro di lui pochi mesi fa…».

Se pensa a Palladino, cosa le viene in mente?
«Il calcio offensivo. Gli piace attaccare subito, ha la mentalità da grande squadra. Se lo aiutiamo, ci divertiremo. Mi piace».

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