“Parliamo di marzo 2020, piena pandemia, tutti chiusi in casa, così inizai a guardare dozzine di video. Un amico mi indirizzò sul Corinthians. Appena vidi qualcosa di Carlos, iniziai a cercare informazioni sul suo cartellino. E infatti scopriì che piaceva ad alcuni club italiani, tra cui la Roma. Chiamai il loro ds Petrachi e mi disse che essendo extracomunitario per loro non c’era posto. Da lì iniziai a seguirlo con più continuità nei mesi successivi, alla ripresa dei campionati. Una, due, tre partite, alla quarta ho iniziato a fare le prime telefonate per capire come riuscire a prenderlo per il 2020-21. A fine stagione, infatti, centrammo la promozione in B”.
“Con Galliani fui parecchio insistente. Gli feci vedere anche un video personalizzato sul giocatore realizzato da me. Dentro c’era anche una frase di un suo vecchio allenatore. “E’ uno dei terzini più europei del Brasile”, diceva. E aveva ragione. Così chiamai il suo agente per capire a che punto fosse con il passaporto comunitario. Ci incontrammo a Milano in piena estate e spiegai loro il progetto. A quel punto, Galliani mi disse di affondare il colpo e portarlo a Monza. Trovammo prima l’accordo con lui e poi con il Corinthians. Fece le visite in Croazia e si allenò con la Dinamo Zagabria per alcuni giorni, in accordo con noi. Il resto è storia: vederlo con il Brasile mi inorgoglisce, era il suo sogno”.
“Se Palladino l’ha migliorato in via definitiva? Sì, anche se con Stroppa fu devastante durante tutti i playoff. Raffaele l’ha consacrato”.