Nonostante le difficoltà di trovare una soluzione con il Napoli la Gazzetta immagina già quale potrà essere la Nazionale di Spalletti
Con Spalletti si fa presto a dire 4-3-3. Il Napoli capolavoro possiede questa precisa identità tattica, con movimenti ben codificati in una struttura che garantisce libertà ai creativi. Però la storia di Spalletti racconta di adattamenti, invenzioni e cambi in corsa. L’Udinese che gli dà la ribalta gioca “a tre” dietro. Scrive La Gazzetta dello Sport.
Lì Spalletti trasforma Pizarro in un play che, per peso specifico, ricorda il Jorginho di Sarri. La prima Roma è una squadra spettacolare con le sovrapposizioni degli esterni, Totti “falso” 9 e Perrotta trequartista-goleador. Nel secondo ciclo romano si vede la difesa “a tre e mezzo”. All’Inter, Spalletti trasforma Brozovic in play e dà a Nainggolan il ruolo di “falso trequartista”. Infine il Napoli e il 4-3-3 offensivo e spettacolare da cui ripartire per decifrare la sua Italia. In teoria, almeno.
IL CENTROCAMPOMezzali da “Napoli” Baldanzi e Casadei
Tonali vertice basso, pur non essendo Lobotka, darebbe personalità e ritmo a una mediana nella quale il secondo play potrebbe essere uno tra Locatelli, Cristante, Pessina (gioca così oggi nel Monza), Ricci, Fagioli, nessuno però davvero simile ad Anguissa. Un play vero permetterebbe invece a Tonali di replicare i compiti del camerunese. Sull’altro fianco della mediana c’è l’incursore.
Barella e Frattesi sono gli interpreti da corsa, Pellegrini quello più tecnico, il futuro riserva nomi sorprendenti: Baldanzi, l’unico 10 che abbiamo, e Casadei, che ha colpi da Zielinski. Una Nazionale di ventenni inesperti non si può fare, però ci sono nomi anche per un 4-2-3-1 che è l’altro sistema di Spalletti: sia un trequartista vero (Pellegrini, Baldanzi, lo stesso Raspadori) sia uno “falso” come Nainggolan o Perrotta (vedi Barella e Frattesi).