Gravina: «Mettiamo in sicurezza il sistema». Casini applaude. Riforma dei campionati: ora il pallino alle Leghe
Modello Uefa come requisito principale per le iscrizioni ai campionati insieme con il pagamento di tutti i debiti verso i tesserati e il fisco. Indice di liquidità più severo ma preso in considerazione solo come limite per fare mercato. Se non è un accordo poco ci manca, arriverà a fine mese. Scrive La Gazzetta dello Sport.
La conferenza stampa post consiglio federale del presidente Gabriele Gravina battezza il budget cap per contenere i costi. Costi che non dovranno superare l’80 (nel 2023-2024) e il 70 per cento (dal 2024-2025) dei ricavi. «Non si può spendere più di quanto ci si può permettere», spiega Gravina. Poi arrivano gli applausi di Lorenzo Casini, numero 1 della Lega di A, soddisfatto per l’adozione del modello Uefa, «è la direzione chiesta dalla serie A», e che «parla di ottima base su cui lavoreremo tutti insieme, nel comune intento di rendere il sistema più sano e sostenibile».
«Ora tocca a voi»
Più complicata la partita della riforma dei campionati, «anzi dell’intero ordinamento del sistema calcistico» come ha puntualizzato Gravina. Il presidente federale aveva immaginato un percorso del tipo: o si trova l’accordo o convochiamo l’assemblea e aboliamo il «diritto d’intesa» per cambiare lo statuto adottando una riforma che non può più aspettare. Casini e Balata si sono detti contrari. A quel punto Gravina, che pure disporrebbe di una solida maggioranza per forzare la mano, ha scelto un’altra strada: togliere il punto dall’ordine del giorno dell’assemblea (che comunque potrebbe essere convocata) e chiedere alle Leghe una loro proposta entro Natale.
Il rischio è quello di una “riformina” frutto di un’acrobatica mediazione tra le Leghe. Ma c’è più ottimismo. Balata a nome della B dice «deve essere chiaro che tutti devono prendersi le proprie responsabilità: una riforma è urgente». «L’importante è discutere di tutto: promozione e retrocessioni, ma anche giovani e sostenibilità», dice Francesco Ghirelli numero 1 della Lega Pro.
Come ripartire
Gravina dice che la riduzione delle squadre «non è un mio pallino». Piuttosto fosse per lui, l’ideale sarebbero i playoff. Ma ora la parola spetta alle Leghe. Che paradossalmente ora potrebbero ripartire anche dalla proposta Gravina di un anno fa (serie A, poi la B, la C elite a un solo girone, e quindi una sorta di semiprofessionismo). Una formula potrebbe essere una riduzione delle retrocessioni (e del turn over fra le serie, reputato un nemico della sostenibilità) in cambio di più aiuti, non solo il cosiddetto «paracadute» per chi scende di categoria. Ma siamo solo all’inizio.