Segnare 2 gol in appena 86 minuti giocati, fornendo pure un assist vincente, sarebbe di per sé un’impresa destinata a non passare inosservata. Se poi di cognome fai pure Maldini, diventa inevitabile attirare le luci dei riflettori. Da talento inespresso a stellina emergente, il passo è stato breve. Scrive Tuttosport.
Il secondogenito della leggenda milanista Paolo Maldini ha, infatti, trovato in Brianza l’habitat ideale per esplodere. Nell’ultimo anno e mezzo tra Spezia ed Empoli poche luci (i gol contro Milan e Inter) e tante ombre (parecchie panchine). Il cognome sulle spalle rischiava di schiacciarlo sotto il peso di pressioni e aspettative eccessive quanto difficili da sopportare per un ragazzo di soli 22 anni. Al Monza, però, è arrivata la svolta.
Galeotto fu un martedì pomeriggio di gennaio, quando in un paio d’ore i suoi agenti Giuseppe Riso e Cristiano Pavone confezionano con Adriano Galliani l’operazione. Maldini fa in fretta i bagagli e saluta Empoli dopo 7 presenze e 0 gol. Un’esperienza da dimenticare da punto di vista calcistico, ma che l’ha fortificato caratterialmente. Mai arrendersi. E così in silenzio ha aspettato l’occasione giusta per mettersi in mostra. Finora Palladino gli ha concesso solo degli spezzoni (il più lungo quello contro la Roma: 24 minuti), eppure tanto è bastato a Daniel per lasciare il segno.