Seconda parte dell’intervista di Pessina al Corriere dello Sport. Stavolta si parlar anche della stagione della formazione di Palladino.
L’ambizione al potere: da un anno e mezzo il Monza ha fatto irruzione a ridosso delle big.
«Il merito principale è sempre di Palladino, che ci ha fatto trovare una solidità di squadra. Un allenatore innovativo, ha introdotto novità e ce le ha spiegate: sa dove mettere più attenzione e conosce i giovani. Traducendo tutto in un tipo di calcio da risultati immediati, che ci ha portati finora all’undicesimo posto. Col mister ho un bel rapporto dai tempi in cui giocavamo insieme allo Spezia. Dividevamo la camera in ritiro, è sempre stato un ragazzo impeccabile».
Galliani cosa vi dice?
«Ha sempre una parola d’appoggio, è la persona più importante qui dentro. È un piacere e un onore poterci confrontare con lui quando viene a Monzello o durante i viaggi. Il fatto che abbia ancora questa forza, nonostante una carriera piena di scudetti e Champions League, ci fa capire molto. E sa trasmettere serenità anche adesso che al Monza mancano pochi punti per ottenere la salvezza».
A proposito, è vero che in viaggio Pessina diventa quasi inavvicinabile?
«Devo studiare, ogni momento è quello buono. Con la Luiss di Roma seguo un percorso universitario specifico per gli atleti che è molto interessante, io sono impegnato in Economia e Management. Loro mettono a disposizione i tutor, non ci sono corsie preferenziali. Come me stanno studiando anche Gagliardini, Bove e Cristante. Tra gli altri sportivi ci sono Tortu e Tamberi. Io cerco di fare un paio di esami ogni tre mesi, sui tempi c’è flessibilità. Penso di poter terminare entro due-tre anni».
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