“Nell’82, l’Italia vinse il Mundial di Spagna. Io ero bambino, all’epoca, e mi innamorai del calcio. Così andai da mio padre e gli dissi: portami allo stadio. Lui ci andava fin da piccolo con sua madre, e io feci lo stesso con lui. Finii a vedere il Monza al Sada, ricordo che quell’anno eravamo appena tornati in B, c’era Ariedo Braida direttore sportivo. In quel campionato vincemmo con la Lazio, squadra molto più blasonata di noi. Il Monza, insomma, è stato il mio primo amore calcistico. Quello che mi ha fatto seguire il calcio da dentro”.
“Seguo tutte le partite. E quella con il Milan è una partita speciale, la vera partita del cuore, almeno il mio, che è diviso fra queste due società. Questa poi era la prima qui a Monza, senza il presidente Berlusconi. A prescindere siano “grandi” o “provinciali”, quello che sta facendo il Monza è straordinario, una stagione di grande livello, come l’anno scorso. Ci sono una decina di squadre con un budget fuori livello nella parte sinistra della classifica, e il Monza è saldamente al primo posto della parte destra. È una squadra che gioca il suo secondo anno in serie A e che ha già battuto il Milan, l’Inter, la Juve due volte e il Napoli”.
“Passo indietro sul piano del gioco? Io, lo ripeto, in questo percorso vedo solo qualcosa di incredibile. A volte ci si dimentica troppo in fretta da dove si è partiti. Domenica il colpo d’occhio era notevole, ricordo quanta gente andava al Sada, o quanta (poca) ne andava al Brianteo (oggi U Power Stadium, ndr) in anni difficili. L’entusiasmo c’è, e sta crescendo”.