Non si tratta di semplici scommesse, ma di una vasta e articolata inchiesta su giri clandestini con il sospetto che la malavita possa esserne coinvolta. Questa la vera natura del caso scommesse che ha colpito il calcio italiano e portato davanti agli inquirenti i calciatori Nicolò Fagioli, Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo.
Come riportato da La Gazzetta dello Sport, l’indagine penale è in corso da diversi mesi ed è incentrata su un giro di scommesse illegali che coinvolge piattaforme online attraverso le quali le persone piazzano puntate considerevoli, spesso di migliaia di euro. Questi siti clandestini operano senza licenza ADM e AAMS e richiedono un invito per accedervi. Il coinvolgimento di calciatori è solo una parte di un quadro molto più ampio che coinvolge un’organizzazione criminale che potrebbe esserci dietro.
L’accusa nei confronti degli sportivi è legata alla legge 401 in vigore dal 13 dicembre 1989, che riguarda l’organizzazione di gioco del lotto, scommesse o concorsi pronostici in violazione delle normative statali o concesse da altri enti. Tuttavia, il gioco d’azzardo in Italia non è un reato, a meno che non coinvolga lo sport praticato dagli stessi professionisti.
Le indagini hanno portato al sequestro di telefoni cellulari e tablet appartenenti ai calciatori coinvolti nella speranza di trovare prove di collegamenti tra coloro che scommettevano e gli organizzatori di questo giro di scommesse clandestine.
