Dalla delusione per non essere stato convocato in Nazionale al quasi accantonamento di Palladino, ora deve reagire
MALE. Segnava poco, ma per la squadra c’era e si sentiva. Andrea Petagna è stato per un lungo periodo un vero e proprio regista avanzato nell’attacco biancorosso, capace di gestire palla e aprire spazi con la propria fisicità. Criticato sì, poco cinico sotto porta, ma tremendamente utile per Palladino tanto da essere stato, legittimamente, tra i delusi per le ultime convocazioni del ct Mancini.
E sarà per quella delusione, sarà per quel “sì ma segna poco” che anche lo stesso tecnico azzurro ha fatto intendere, ma dalla sosta per le nazionali in poi Petagna si è perso. Su cinque partite giocate dopo la sosta l’ex Napoli è sceso in campo titolare solo una volta, contro la Lazio. Poi quattro panchine di fila di cui una, contro l’Inter, senza nemmeno scendere in campo. Appena 65′ nelle ultime quattro partite, a certificare una retrocessione nelle gerarchie che ora mette a rischio il suo futuro in Brianza.
Contro lo Spezia si è capito il perché delle scelte di Palladino. L’ingresso a 23′ dalla fine gli ha consegnato due palloni d’oro per chiudere la gara sul 2-0, entrambi falliti. Prima sbaglia uno scarico semplice semplice per Ciurria che sarebbe finito dritto in porta, poi tenta uno scavetto mancino a tu per tu col portiere con la sfera che termina malinconicamente in direzione del fallo laterale. Irriconoscibile.
Ora Petagna deve reagire, perché il Monza è in un periodo eccellente di forma e non approfittare del vento a favore significherebbe scendere dal carro a fine stagione. Galliani ha investito circa 15 milioni tra prestito oneroso, obbligo di riscatto e bonus. In estate la priorità sarà la ricerca di un bomber e se da Petagna non dovessero arrivare segnali sarebbe lui l’inevitabile sacrificato.