
Il capitano non rappresenta solo la squadra ma tutta una comunità che si rivede proprio nel giocatore cresciuto a Monza
Il legame che unisce Pessina con Monza e il Monza va oltre la fascia di capitano che stringe al braccio. E i due primati staccati con quella rete resteranno nella storia del club: primo tesserato del Monza di sempre a giocare titolare con la Nazionale e primo a segnare un gol. C’è del romanticismo in questa storia, si va oltre i numeri, le statistiche e le cifre di contratti e stipendi. Scrive La Gazzetta dello Sport.
C’è del romanticismo che risale al 2015 quando il Milan di Berlusconi e Galliani lo pagò 30 mila euro per consentire ai curatori fallimentari del Monza di saldare gli stipendi dei dipendenti. Berlusconi e Galliani lo avrebbero potuto tesserare gratuitamente. La storia di Matteo dirà poi che sarebbe cresciuto in maglia rossonera anche attraverso una serie di prestiti fino alla cessione all’Atalanta nel 2017. Le strade si sono ricongiunte con la promozione in Serie A del Monza, la prima in 110 anni di storia.
Già dalla notte successiva al successo di Pisa nella finale di ritorno dei playoff, sull’aereo presidenziale, l’a.d. Galliani espresse la volontà di acquistare Pessina per farne il capitano e il simbolo. Idea che trovò terreno fertile in Berlusconi. Professionista esemplare, ieri mattina era già al “Luigi Berlusconi-Monzello” al lavoro dopo il rientro notturno da Malta nonostante domenica la squalifica lo obbligherà a saltare la sfida con la Lazio.
