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Monza-Milan, le pagelle di ForzaMonza: ancora applausi per Di Gregorio, la sveglia non suona per Caprari

Queste le nostre valutazioni dopo la sfida contro il Milan

DI GREGORIO 7: Il Milan ci sbatte contro e per un pelo non toglie pure il sinistro fulmineo di Messias.

IZZO 5,5: Oggi i clienti erano scomodi e lo sente. Nella ripresa si spinge in avanti complice il cambio di modulo ma si divora un’occasione nel finale.

MARLON 5,5: Ammonizione ingenua che lo costringerà a saltare la prossima. Qualche volta spaesato. (70′ GYTKJAER 6: ci mette la grinta e lotta su ogni pallone, meriterebbe più continuità).

MARI’ 6: Sicuro negli interventi, controlla Origi e nella sua traiettoria il Milan non passa mai.

BIRINDELLI 5,5: Era entrato bene nelle precedenti partite, ma questa volta schierato dall’inizio soffre parecchio e non offre spunti. (59′ CARBONI 5,5: si fa schiacciare meno del suo compagno, ma serve più personalità).

PESSINA 6: L’equilibratore funziona in tutte le zone del campo finendo addirittura da difensore centrale. Certezza.

ROVELLA 5,5: Troppa fretta nella giocata, oggi è mancato il solito fosforo che lo contraddistingue. (70′ SENSI 6: poco tempo a disposizione ma la squadra chiude in crescendo).

CIURRIA 6,5: Il migliore tra i giocatori di movimento, sta ovunque ci sia bisogno di lui.

CAPRARI 5: Chi l’ha visto? Con una difesa organizzata come quella rossonera è tornato indietro di 4 mesi.

MOTA 5,5: Palladino prova a ravvivarlo concedendogli tutto lo spazio in attacco ma il guizzo non arriva. (83′ VALOTI sv)

PETAGNA 5,5: Buona prova sulla protezione della palla e sulla gestione degli spazi, non riesce però a tenere la squadra alta. Ha però le sue buone ragioni a lamentarsi del cambio. (59′ MACHIN 6,5: entra molto bane in partita e a centrocampo crescono i giri del motore).

PALLADINO 6: La squadra è sempre stata in partita e alla lunga ha battuto il Milan ai punti. Se c’è una critica che gli si può sollevare è però quella di variare tanto, forse troppo, a gara in corso. L’uscita di Petagna da il via a un turbine tattico che rende il piano illeggibile a tutti, compresi forse i giocatori stessi che faticano a trovare le idee per l’ultimo passaggio. Ma questo è per cercare il pelo nell’uovo.

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