Il commento della rosea alla prestazione della squadra di Palladino all’Olimpico contro la Lazio: sconfitta di misura
Il Monza, che continua a restare a digiuno di sera (ha conquistato tutti i suoi 13 punti nelle partite del primo pomeriggio), è stato davvero tutta un’altra cosa rispetto a quanto avevamo visto proprio all’Olimpico nel precedente viaggio romano nel giorno della doppietta di Dybala. Scrive La Gazzetta dello Sport.
Davvero un’altra squadra quella organizzata da Palladino, che nel primo tempo ha anche spaventato Sarri con un pregevole gol di tacco di Petagna annullato dalla Var per fuorigioco. Ma grazie alla vivacità di Colpani, autore di due conclusioni insidiose insieme con un colpo di testa di Izzo, la squadra si è mossa con disinvoltura con pochissimi momenti di ansia e Pessina a fare da vigile urbano sulla linea di centrocampo a distribuire palloni vista la dolorosa assenza di Sensi.
In questa fase la Lazio ha faticato: un gioco di prestigio di Felipe Anderson, un paio di conclusioni di Milinkovic che poi si è fatto vedere poco, soprattutto una serie di proposte di Pedro, il più pericoloso anche nella sua capacità di svariare e di creare qualche problema a un Monza per il resto corto e ben assestato. Ma soprattutto una sensazione già provata in alcuni momenti: la presenza di un fantasma, l’assenza di Immobile, la cui presenza avrebbe potuto sbloccare la partita prima.
Proprio a dieci minuti dal gong del primo tempo ne abbiamo avuto una dimostrazione esplicita: Vecino ha fallito una favorevolissima occasione in corsa su un assist al bacio di Felipe Anderson. E così si è andati al riposo con la convinzione che il Monza fosse in grado di resistere e di continuare a giocarsela alla pari.