Sarà un derby del cuore per il presidente Berlusconi quello che si giocherà domani pomeriggio a San Siro
L’elicottero, la sala del camino, l’esodo dei tifosi verso Barcellona, la fame d’Europa prima ancora che di successi in Italia. Di Silvio Berlusconi e della sua lunga storia d’amore con il Milan si sa tutto, anche se a volte per quelli che sono tifosi rossoneri è difficile riannodare i fili e mettere in ordine le emozioni. Scrive La Gazzetta dello Sport.
Rivali mai
Una gestione lunga più di trent’anni, venti da presidente, una serie iperbolica di successi e intuizioni, qualche passaggio a vuoto, qualche battuta fuori luogo. Ma prima di tutto i trofei, 29, e ai milanisti probabilmente vengono ancora le lacrime agli occhi a pensarci, anche se l’ultimo scudetto ha risollevato gli animi. Dal primo scudetto vinto nel 1988, all’ultimo successo, quello ottenuto nel 2016 in Supercoppa Italiana ai rigori contro la Juve, la storia di Berlusconi e quella del Milan sono rimaste strettamente intrecciate, formando un gigantesco album di famiglia.
Ora Berlusconi potrebbe tornare a San Siro da rivale (la sua presenza non è ancora certa e dipende ovviamente anche dagli impegni politici) e sarebbe la prima volta. Un giorno che il presidente e il suo braccio destro Adriano Galliani aspettano da quando Berlusconi ha rilevato il Monza. Un cerchio che si chiude, ma forse preferirebbero definirlo un capitolo nuovo.
Perché verso il nuovo nel calcio hanno sempre tentato di andare da quando, il primo marzo 1986, Berlusconi si presentò a Milanello e annunciò il primo acquisto per la stagione che sarebbe arrivata, la prima definita interamente dalle sue decisioni, a partire dalla panchina. Il primo nome di una lunga serie fu il difensore Dario Bonetti, dalla Roma. Era soltanto l’inizio, appunto.