L’analisi de La Gazzetta dello Sport dopo i sei punti nelle prime due partite tra i professionisti
Santos ha frenato su Leao, Galliani ha invece esagerato su Palladino, spiegando che la scelta del Monza è paragonabile a quella fatta dal Milan di Berlusconi con Sacchi. Non sarà facile sopportare questo “peso”, ma Palladino sembra avere lo spirito giusto e la leggerezza per affrontare la missione di predestinato. Due partite contro Juve e Samp, due successi. Le rivali erano allo sbando, ma il Monza organizzato, coperto, offensivo, superiore. Il nome emergente tra i tecnici italiani è oggi De Zerbi e il paragone quindi inevitabile: Palladino è il nuovo De Zerbi? Riflette così La Gazzetta dello Sport.
Calma, per carità. Due partite non sono niente. Però pochi capiscono di calcio e sono abili con i media come Galliani: l’endorsement per Palladino deve far riflettere. Il Monza è parso “sacchiano” per l’organizzazione, con principi di gioco semplici e già mandati a memoria dai giocatori in poche ore. La chiave del 3-4-2-1 è la coppia di registi (Sensi-Rovella) che si muove in simbiosi, con possesso e idee, accompagnando l’azione verticalizzata dagli esterni (in particolare Ciurria a destra). I due trequartisti (Pessina e Caprari) possono comporre un quadrilatero per creare superiorità in mezzo. L’attenzione alla fase difensiva sembra superiore a quella di De Zerbi (e Dionisi). Ora per Palladino viene il bello: allievo di Gasp (come Juric), a scuola da Lippi e Donadoni, può proporre un’interessante nuova via tattica. Diamogli tempo, senza giudicarlo un bluff al primo ko.