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CdS- Stroppa punta sulla vecchia guardia. Il Torino detta legge

Il Corriere dello Sport racconta una partita il cui verdetto va accettato a denti stretti. Sanabria e Miranchuk mattatori

Poche semplici mosse, anche quelle che fino a tre giorni fa non erano preventivabili. Per rovistare nei problemi, pure i più scottanti, correggere la stesura di una serata che poteva andare incontro a un Monza imbevuto di ambizioni e mettere la freccia in un esordio-boom. Il dopo-Belotti, questo Torino lo apparecchia anche così, caricando di responsabilità chi non si trova certo lì per caso. Prendiamo Sanabria, candidato a diventare l’erede perfetto del Gallo, oppure un Miranchuk arrivato appunto giovedì al Torino e già cruciale per Juric. Il russo l’anno scorso impiegava diciassette giornate per trovare il primo gol, qui gli basta mezzo tempo. Certo, non è tutto oro quel che luccica: vediamo perché.

Nemmeno il tempo di cominciare il campionato, e si scopre infatti che la situazione burrascosa del Torino non era solo un banale cliché a colpi di video divulgati in ritiro. Delegittimato nientemeno che capitan Lukic (per ragioni legate al rinnovo, e nel giorno del suo compleanno), prima del debutto a Monza. Ma il campo per il momento consegna a Juric la formula giusta. Cicatrizzare certe ferite sarà tutt’altro che semplice, anche in presenza di un avvio convincente. Invece il codificato made in Italy, rigida (ma non troppo) linea-guida nel mercato del Monza, prevede solo l’eccezione per il blocco difensivo. Galliani non è andato per il sottile, il lungo viaggio verso la serie A lo ha riportato alle origini: adesso, affiancando il presidente Berlusconi in tribuna («Non compro più nessuno dopo 13 acquisti, l’obiettivo è salvarsi. La partita non mi è piaciuta, ma capisco le difficoltà del Monza ») , può godersi quella che di certo non è solo un’ipotesi di squadra. Aggiungendo Petagna alla collezione dei prescelti per fare grande il Monza. Però Stroppa sovrappone razionalità, al momento del dunque, all’ostinato desiderio di non steccare la storica prima volta. Sarà per questo che la scelta iniziale ricade su cinque giocatori, in pratica mezza squadra, che hanno portato fin qui il Monza. Ma il verdetto va accettato , a denti stretti .

Adesso dovrà quindi pensarci Sanabria, a rendersi decisivo. Questo perché Miranchuk e Radonjic, interpreti di una trequarti nuova di zecca (e unici innesti del Torino, in questo mercato), costruiscono le notevoli palle-gol del primo tempo. Rendendolo un conto alla rovescia verso l’1-0, tra le prodezze di Di Gregorio e l’azione sullo stretto con Sanabria cruciale nell’aprire lo spazio per Miranchuk. Il Torino detta legge, non strapazza il Monza ma lo porta dove vuole. Cioè facendolo girare a vuoto, cuocendo a fuoco lento i rivali e lasciandogli l’unica soluzione lunga per Petagna. Filippo Ranocchia, una new-entry tutta da scoprire, fa solo pregustare il gol dalla distanza. Ed è un Monza laborioso, quello che paga pedaggio. Oltre che vittima dello svarione di Carboni: in campo da tre minuti, il centrale sbuccia la palla che Ricci rende un invito per Sanabria. Esulta il Torino e sì, per una sera manda i problemi a farsi un giro altrove.

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