I biancorossi conquistano un posto in finale playoff sotto gli occhi di Berlusconi e Galliani
Davanti a Berlusconi, dosando le forze (perché ai playoff è importante farlo), il Monza conquista la finale playoff, sfiderà il Pisa (giovedì in casa, domenica all’Arena) per diventare la terza squadra a salire in A dopo le promozioni dirette di Lecce e Pisa. Scrive Tuttosport.
La vittoria dell’andata a Brescia (1-2), consente ai ragazzi di Stroppa il controllo della partita, badando soprattutto a non scoprirsi, la squadra di Corini non riuscirà mai a innescare un contropiede, con cui aveva vinto parecchio in trasferta durante l’annata. Verdetto giusto, passa la squadra più attrezzata, ci sta anche lo sfizio di ribaltare la gara in extremis (il Monza non batteva il Brescia in casa da quasi 34 anni, è pur sempre un derby). Corini ha fatto quel che ha potuto, difficilmente la musica sarebbe stata diversa se Cellino avesse tenuto Pippo Inzaghi, il Brescia ha chiuso al 5° posto in campionato: quello è il suo valore.
Monza col lutto al braccio per la scomparsa di Giorgio Vitali, figura storica del club, dove iniziò la carriera da ds e lavorò con un giovane Galliani, quando, prima del Milan, era dirigente del Monza a fine Anni 70 e anche allora i brianzoli inseguivano e sfioravano il sogno A. Il Monza sonnecchia in avvio e lascia il comando delle operazioni al Brescia che al 7’ è già avanti con un gran destro di Tramoni (8° gol stagionale del 22enne di Ajaccio, cross di Bertagnoli e sponda di Leris), rete rinviata di un minuto perché prima era stato decisivo Di Gregorio sui sinistri di Tramoni e Bertagnoli. Lo svantaggio sveglia il Monza, Carlos Augusto mette di poco alto un bel sinistro dal limite al 10’, poi Joronen anticipa Mota Carvalho dopo una conclusione di Gytkjaer ribattuta. Al 15’ il danese di testa mette di un soffio a lato il traversone di Molina. Al 18’ contatto in area brianzola fra Moreo e Di Gregorio: Valeri lascia correre (Di Gregorio in effetti è in anticipo e il Var conferma con un silent check) ma Moreo protesta a lungo.
Al 23’ Joronen alza in angolo il tiro dal limite di Ciurria con doppia deviazione della difesa bresciana. Nel resto del primo tempo il Monza gioca in maniera conservativa, non affonda i colpi e bada soprattutto a non scoprirsi (anche lo 0-1 basterebbe), limitandosi a controllare il Brescia che si fa vivo al 46’ con una punizione di Huard di poco imprecisa. Ripresa, il tema tattico non cambia, il Monza specula sul risultato badando a non lasciare sbocchi al Brescia. Ha un sussulto al 7’ però, il destro spaventoso di Mazzitelli dal limite, s’infrange sull’incrocio dei pali, la palla torna in campo e colpisce Gytkjaer che non riesce a indirizzarla in porta. Poco dopo, Stroppa leva Mazzitelli (per Machin): era al rientro, test confortante, inutile rischiarlo ulteriormente, meglio avercelo in finale, il Monza l’ha sempre rimpianto quando non ha potuto schierarlo.
La svolta quando Stroppa mette dentro Mancuso (per un impalpabile Mota): il bomber, preso a gennaio dall’Empoli per andare in A e prima di ieri fermo a un solo gol, a meno di un minuto dal suo ingresso, s’incunea in area come una furia, sfrutta al meglio l’assist di Gytkjaer e piazza l’1-1. Al 34’ eccezionale strappo in contropiede di Carlos Augusto che imbecca il subentrato D’Alessandro, facile per Joronen. Il Brescia nonostante i cambi non mette quasi mai in difficoltà il Monza che ribalta la partita nel recupero, con un’irresistibile giocata di D’Alessandro, una delle sue: è il biglietto da visita per la finale col Pisa.
