Con i cambi il tecnico biancorosso ha ribaltato la gara contro il Brescia e ha conquistato un posto in finale
L’intelligenza di Stroppa sta soprattutto nell’aver resettato il pessimo avvio dei suoi. Si nota immediatamente. Il Monza si presenta con un atteggiamento diverso nel secondo tempo e il manifesto è il palo di Mazzitelli colpito dopo 7’ di destro dal limite. Il Brescia si limita a prenderne atto proseguendo la sua serata con meno voracità e con più pazienza. Scrive La Gazzetta dello Sport.
Stroppa cambia Mazzitelli (non al meglio) e mette Machin; Corini sceglie Palacio davanti e mescola la mediana togliendo Van de Looi, inserendo Jagiello sulla trequarti e spostando Bisoli regista. Ma la mossa che incolla la serata monzese sul muro dei ricordi più dolci è l’inserimento di Mancuso per Mota Carvalho. Entra al 23’ e 120 secondi dopo è già sotto i tifosi biancorossi a esultare. Il pareggio è una transizione rapidissima e verticale che mette l’ex Empoli davanti a Joronen. La difesa del Brescia scivola male e corre all’indietro in maniera frettolosa. Il pareggio rende l’U-Power Stadium un cesto biancorosso pieno di entusiasmo (il miglior incasso dell’ultimo decennio) rappresentato benissimo dalla corsa di Stroppa che vuole festeggiare con i suoi giocatori.
Il pareggio è il risultato dell’abbassamento dell’intensità bresciana della ripresa. A ritmi meno frenetici emerge la qualità brianzola. Il Brescia non riesce a tenere la gara in equilibrio fino al quarto d’ora finale e si percepisce da fuori. La rete di D’Alessandro in pieno recupero è la logica conseguenza. Così parte la festa e Galliani può tornare allo stadio: sarà andato ad abbassare la tensione nel Duomo di Monza come contro il Benevento in stagione regolare?