Biancorossi cadono fragorosamente a Frosinone nonostante il vantaggio di Dany Mota
A 180 minuti dal gong della stagione regolare, a due partite dal traguardo. Trema il Monza perché i 4 gol incassati a Frosinone non sono casuali. E rialzarsi da questi, con così poco tempo a disposizione, sarebbe quasi un’impresa. Scrive il QS.
Eppure, chi l’avrebbe mai detto a inizio pomeriggio? Chi lo avrebbe detto al minuto 13, ha avuto la freddezza e la lucidità per piazzarla sul primo palo portando in vantaggio i suoi? Pochi, quasi nessuno. Ma il Monza si è fatto male da solo: con episodi che andranno rivisti a video ma soprattutto ragionati con la testa se non si vuole compromettere il cammino da qui alla fine, e anche oltre.
Perché eventualmente ci sarebbero playoff da giocare: imprevedibili, quasi schizofrenici. Torniamo allo Stirpe, dove è vero che mancava Carlos Augusto e che quello di inizio partita era un trittico difensivo del tutto inedito, ma non così avaro di qualità da concedere il poker agli avversari. Fatta eccezione per la magia di Ciano, la fiera dell’errore monzese è partita da Donati, passata da Barberis e Di Gregorio, finita con Pirola e Marrone.
Tutti coinvolti, titolari e subentranti, ma soprattutto volti della giornata no biancorossa. Non può nulla il portierone (alla prima vera partita sbagliata in stagione) sul sinistro dai 30 metri del capitano ciociaro, lasciato comunque colpevolmente indisturbato nella preparazione del tiro. Letale, invece, l’errore di Donati nel spianare la strada a Zerbin per la rimonta che spezza le gambe ai brianzoli. Addirittura clamoroso, poi, quello che accade in avvio di ripresa, nella combinazione Barberis-Di Gregorio.
Passi la costruzione dal basso che tanto va di moda (e che per nulla piace al presidente Berlusconi), ma il passaggio azzardato del centrocampista e il mancato stop dell’estremo difensore è di quelli che finiscono nel film degli orrori del campionato. Per chiudere, il poker calato da Canotto. Ora il Benevento, esame di maturità: passarlo potrebbe anche non bastare.