L’ex giocatore biancorosso ha parlato ricordando anche la passata stagione in Brianza
Davide Frattesi ha rilasciato una lunga intervista a Tuttosport. E ha parlato anche della sua esperienza a Monza.
Veniamo al singolo Frattesi: prima stagione da professionista in Serie B ad Ascoli, 32 presenze; poi Empoli, 37 presenze e cinque gol; Monza, 37 presenze e otto gol; ora prima in stagione in A con il Sassuolo, finora 31 presenze e 4 gol. Non ha sbagliato un’annata: qual è il segreto?
«Tanta fame. Fin da piccolo ho sempre detto e ripetuto a tutti che sarei voluto arrivare in alto: quando ero in Serie B per me era uno stimolo, mi dicevo “devo arrivare in Serie A”. E’ così anche ora e così sarà sempre nella mia carriera: voglio cercare di arrivare sempre più in alto. La prima stagione a Ascoli, a 18 anni, è stata forse la più importante, anche se a Empoli e Monza ho fatto meglio a livello di numeri. Ascoli però è una piazza molto calorosa e ci sono stati periodi in cui non siamo andati benissimo e si sentiva la pressione: però in una carriera serve vivere certi momenti, prima ci passi e prima cresci».
A Monza ha conosciuto Galliani e Berlusconi: cosa le ha lasciato la frequentazione con due personaggi che hanno fatto la storia del calcio?
«Ho avuto modo di vedere un altro tipo di gestione. A Monza tu hai tutto, ogni tipo di comfort e un’organizzazione che poche squadre in Serie A hanno. Loro ti danno tutto e non ti tolgono niente, non vai in ritiro se le cose non vanno bene, ma se a fine stagione hai deluso le aspettative è difficile che tu possa essere riconfermato. E’ una gestione che condivido, perché alla fine devono contare i risultati sul campo. Poi c’è l’aspetto umano: ogni volta che parla il dottor Galliani bisogna tenere le antenne drizzate, perché ogni parola è storia. Siamo rimasti in contatto e lo sento spesso, commentiamo a caldo ogni partita perché le vedo tutte: ho il Monza nel cuore, dai magazzinieri a tutto lo staff dell’anno scorso, e non aver centrato la promozione è il mio più grande rimpianto. Speriamo… e non dico nient’altro per scaramanzia».
Il Frattesi di oggi in che cosa è più forte del Frattesi dell’anno scorso?
«Sicuramente tatticamente. Ma non ci voleva tanto, come ci diciamo col mister… (ride, ndr). Sicuramente lui mi ha aiutato a sviluppare questa caratteristica, che non è la mia più spiccata. Per diventare un giocatore completo però c’è bisogno di tutto, dall’inserimento alla fase difensiva e da parte sua ho ricevuto un aiuto grande in questo senso. Sì, dovendo individuare un aspetto in cui sono cresciuto direi sicuramente quello tattico».