Storico capitano del Perugia, tornò nella sua Brianza come tecnico raggiungendo traguardi importanti. Scomparso a 73 anni
Se ne va a 73 anni Pierluigi Frosio. Era un figlio di Monza, città dove poi quando smise con il calcio (tra calciatore e allenatore) decise di tornare a vivere. Le sue più grandi fortune con gli scarpini ai piedi le visse però a Perugia dove rimase per dieci anni diventando una vera leggenda per gli umbri, indossando la fascia da capitano e scrivendo l’indelebile pagina della storia del calcio con il campionato da imbattuto. A Monza ci tornò poi nel 1987 quando già aveva fatto il cambio di carriera e sedeva in panchina. Era la squadra di Marotta e Maggioni che, come ricordò successivamente lui, voleva valorizzare i giovani e centrò promozione in B e vittoria della Coppa Italia di Serie C. Restò in Brianza per un triennio fino alla retrocessione nel 1990 e alla chiamata dell’Atalanta in Serie A. Fece nuovamente ritorno sulla panchina dei bagaj nel 1998-2000.
La morte è dovuta all’aggravarsi delle condizioni dell’ex tecnico biancorosso, che da un mese era ricoverato nell’ospedale di Monza. In campo era un faro dotato dell’umiltà dei grandi e della personalità dei leader. Da tecnico seppe farsi volere bene ovunque dai propri giocatori e portò in campo idee interessanti. Il figlio Alex è un giornalista della Gazzetta dello Sport. A lui e a tutta la famiglia vanno le più sentite condoglianze della redazione di ForzaMonza.
Oggi è un giorno triste per il Monza: buon viaggio Mister Frosio e grazie di tutto!🙏 pic.twitter.com/PAEIX1SuDV
— AC Monza (@ACMonza) February 20, 2022