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Stroppa su Messias: “Lo volevamo al Monza. Ci siamo arresi davanti al Milan”

Con un suo gol ha deciso la gara di Champions League del Milan contro l’Atletico Madrid ma è stato vicino a vestire la maglia biancorossa

Giovanni Stroppa, attuale tecnico del Monza, ha parlato di Messias al Corriere dello Sport. L’attuale attaccante del Milan si è messo in mostra proprio nel Crotone di Stroppa.

«Di solito ti aspetti qualche difetto e invece dopo i primi allenamenti mi rivolsi ai miei collaboratori e chiesi loro: ma chi è questo? – la prima confessione – Perché uno pensa a un brasiliano forte nella tecnica e magari lazzarone in allenamento, di gamba pigra, e invece scoprimmo giorno dopo giorno forza, resistenza, abilità nell’uno contro uno» il racconto stregato confermato da una statistica della serie A di quella stagione. Messias, insieme con De Paul, è stato il calciatore col maggior numero di dribbling riusciti nel torneo. E anche con i gol se la cavò discretamente per una squadra poi retrocessa: 9 sigilli in 37 presenze.

Quei numeri non passarono inosservati a casa Milan. «Tra febbraio e marzo mi chiamarono prima Maldini e Massara e poi Pioli per chiedermi referenze sul ragazzo» il particolare inedito, a dimostrazione che la trattativa, conclusa l’ultimo giorno di mercato (31 agosto) non fu dettata dal caso. «Lui può giocare ovunque: seconda punta, dietro il centravanti, a destra col piede invertito. E può fare tutto: gol di testa, di piede, assist» la descrizione di Stroppa che affonda la conoscenza anche nel privato. «Ha una famiglia fantastica: la moglie, calciatrice nel Crotone femminile, e due figli. Noi del Monza eravamo pronti ad acquistarlo. Io e Galliani abbiamo alzato le mani dinanzi al Milan» spiega Stroppa che mercoledì notte ha gioito come un qualunque tifoso («ero felice come se avesse fatto gol mio figlio»).

Lui, Messias, è sbarcato a Milanello con qualche acciacco muscolare da smaltire e nelle prime settimana ha lavorato da solo, con i preparatori. Si sentiva quasi un estraneo, ha confessato poi. Ha capito solo da qualche giorno invece che è tutto vero, che gioca nel Milan e che forse il destino lo rimborserà degli sgambetti ricevuti da ragazzo. «Mi è venuto quasi da piangere» ha raccontato nella notte di Madrid diventata la notte del suo autentico battesimo calcistico.

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