Biancorossi che segnano due reti ma non riescono a pareggiare i passivo dell’andata
I 3 milioni di stipendi del Cittadella (il ventesimo monte salari della categoria) superano i 19 del Monza ed è la squadra di Venturato ad emergere dalle semifinali per tornare all’atto conclusivo della stagione a due anni di distanza dalla finale persa, subendo la rimonta del Verona. Scrive Tuttosport.
Anche in quest’occasione i veneti rischiano di smarrirsi sul più bello, ma si vede che hanno imparato la lezione. O meglio, avevano già dimostrato di averla capita all’andata, quando nonostante un rassicurante 2-0 nel finale non si erano fermati, trovando quello che poi si è rivelato il gol decisivo per il passaggio del turno. Per i biancorossi brianzoli la gara di ieri sera sa più di rimorso che di rimpianto.
Il peccato originale non è certo la partita di ritorno, ma probabilmente nemmeno quella dell’andata: la realtà è che la squadra del tecnico Brocchi (che ha ancora un anno di contratto) era costruita per centrare la promozione diretta, come dichiarato ai quattro venti a inizio stagione, e l’ha mancata solo all’ultima giornata del campionato in favore della Salernitana. Il Cittadella invece è costruito per fare bene su tutti i campi e mettere in difficoltà chiunque.
Poi c’è stato l’exploit di Baldini, autore della decisiva tripletta dell’andata, ed in generale i veneti hanno giocato 180 minuti di grande solidità: ora finale con un’altra veneta, il Venezia, che però, avendo chiuso il campionato davanti al Citta, nelle finali di domenica e giovedì prossimo avranno il vantaggio di andare in A con 2 pari.
I brianzoli avevano bisogno di tre reti per pareggiare il punteggio di lunedì e passare il turno in virtù di una miglior classifica
I gol del Monza arrivano troppo tardi. La squadra di casa attacca nel primo tempo, anche se la differenza la fa nel secondo, con l’ingresso di D’Alessandro, tutto un altro passo rispetto a Boateng. Al 12’ della ripresa Balotelli appoggia comodamente in porta l’assist di Carlos Augusto giunto al termine della solita azione avvolgente dei biancorossi. A un quarto d’ora dalla fine D’Alessandro parte dall’out di sinistra, risale il campo come se fosse uno slalom gigante (la figura dei paletti la fanno i giocatori avversari) e buca un impotente Kastrati.
Gli ultimi minuti sono un assedio senza quartiere, soprattutto con calci piazzati e palle alte. Un buona mezza occasione capita sui piedi di capitan D’Errico, un’altra mezza sul destro da fermo di Barberis. Poi si sa, in queste gare il tempo corre più veloce e il triplice fischio arriva sempre troppo presto per chi rincorre. L’estrema gioia è per il Cittadella di Venturato: il percorso in campionato è stato come sempre eccellente, anche se il sesto posto conclusivo non garantirà il fattore campo nella finalissima di ritorno con il Venezia.
Ma questa squadra, plasmata da Venturato, ha già dimostrato ampiamente di avere il cuore giusto per affrontare ogni sfida.
