L’intervista del quotidiano al terzino biancorosso in vista del finale di stagione
Ha il 45 di piede e due gambe lunghe così, ma pennella quando serve e randella quando deve. Mario Sampirisi non è il classico “terzinaccio”: definizione buona solo per gli almanacchi per chi sa chiudere e ripartire, costruire e dialogare, suggerire e affondare. Scrive Il Giornale di Monza.
A destra come a sinistra: in politica sarebbe un “voltagabbana”, qui trattasi invece di preziosa duttilità. I primi passi a Milano: Aldini, Primavera del Milan. Col cuore che batteva (e batte) per Chiara, cui si sono aggiunti Leonardo e un fratellino in arrivo. Col cuore che batteva
quando incrociava sul campo la Prima squadra di Allegri: “Un sogno, pieno zeppo di campioni. Ti veniva quasi il mal di testa. O da farti il segno della croce“.
Il debutto al Genoa, in coppa con l’Inter. “C’era Javier Zanetti dall’altra parte, ho ancora la maglia che mi ha dato a fine gara. Sbaglio il primo stop e penso subito “Mamma mia, malissimo. Se inizio così…”. Poi però mi sono ripreso“.
Già: 81 presenze in A. L’avversario da incubo?
“Sarebbe facile dire Ibrahimovic o Del Piero, ma personalmente mi ha stupito tantissimo Totò Di Natale: devastante nei movimenti e per intelligenza calcistica“.
A Monza, invece, chi ti ha stupito in particolare?
“Siamo una squadra davvero forte. Dei giovani sicuramente Mota e Frattesi, ma anche Colpani, Pirola, Bettella. Per non parlare di Carlos Augusto. E di certo dimentico qualcuno. Non lo dico per essere diplomatico: sono giocatori importanti“.
Si può ancora credere alla promozione diretta?
“L’esperienza di Crotone mi ha insegnato a farlo sempre. Eravamo dati per retrocessi da tutti, lo siamo stati da l l’inizio. Ma ci siamo salvati all’ultima giornata. Questo, poi, è un campionato par titolare“.
Anche per il Covid che è toccato anche a te.
“Ho avuto solo qualche sintomo, la paura era soprattutto per la mia famiglia, ma è andato tutto bene. A casa era come essere al Grande fratello, chiuso in una stanza da solo tra tapis roulant e Netflix“.
Anche Galliani ha dovuto affrontarlo.
“Per lui è stata una battaglia più dura e ne è uscito alla grande. È una presenza molto significativa per noi“.
A proposito: che effetto ti ha fatto trovarti Berlusconi negli spogliatoi all’intervallo col Cittadella?
“È successo anche in passato e in altre piazze. Lui, col suo carisma, dà una carica in più“.
Pochi punti con le “piccole”: come mai?
“Il brutto periodo capita. Al Lecce, ad esempio, è successo all’inizio, a noi ora. Meritavamo qualcosa di più, ma abbiamo ancora fiducia: da dentro, conosciamo e siamo sicuri del nostro valore“.
È stato criticato anche il vostro possesso palla.
“Sembra banale, ma intanto se ce l’hai tu non ce l’ha l’avversario. Sempre meglio fare una corsa in avanti e farne fare una indietro“.
Ora la Salernitana.
“Una squadra carica, compatta, in palla. All’andata una grande partita? Il ritorno è un’altra cosa. Pensiamo all’Entella: 50 e 11. Ma siamo carichi, la stiamo preparando al meglio e con fiducia“.
Cosa ti senti di dire ai tifosi?
“Speriamo di vederli al campo il prima possibile. Siamo uniti, ci crediamo. Anche alla promozione diretta. E, comunque, fino alla fine“.