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Corriere dello Sport: Un tocco, un gol, il piano B di Mario

L’ennesimo debutto, l’ennesima vita nuova: ma stavolta al fianco ha Galliani, il suo Geppetto

Il primo pallone giocato dopo nove mesi è stato un equivoco, perché in realtà l’ha solo visto arrivare e passare. Rimbalzava fra sé e Boateng, Mario s’è scansato come dinanzi a un oggetto misterioso. Il secondo no, il secondo l’ha riconosciuto e l’ha trattato come altri 165 prima di quello, l’ha preso di piatto al volo e l’ha messo in porta.

Balotelli sa sempre come spiazzare. Lui non ha nessuna fantasmagorica gloria intercontinentale da portare in tour, ma un suo eterno stato di mezzo, il suo calcio irrisolto, il suo molto andare e tornare, la sua noia che ogni tanto interviene a sfasciare i giocattoli dentro la stanza della sua mente. Non c’è decadenza nel Balotelli di Monza.

Balotelli sembra sull’ultimo tratto di una salita, non lungo il primo chilometro di una discesa. Non c’è mai stato un giocatore come lui in serie B. Ci sono stati grandi giocatori che in B ci sono finiti – Buffon, Del Piero, Trezeguet, Franco Baresi – non che ci sono andati. Per ritrovarsi. In un anno come questo, dovremmo aver imparato che c’è chi nasce per farsi stritolare dentro un destino da Maradona e chi intuisce in tempo che si può essere Paolo Rossi anche in provincia. Mario è arrivato a trent’anni che non sa. Proviamo anche questa, si starà dicendo.

La difficoltà vera con Balotelli non è mai stata dialogare con i suoi piedi ma con i suoi eccessi e le sue stravaganze. Non è difficile farlo arrivare in porta ma arrivare a lui. Non c’è mai stato poco calcio dentro Balotelli, ma è sempre stato meno di ciò che gli chiedevamo. Aggiornata al gol di ieri pomeriggio, la media della sua carriera è di 0,39 a partita. È la stessa di Totti, la stessa di Del Piero, la stessa di Paolo Rossi. Non è neppure un senza-titoli.

The meaning of Mario allora è che il bambino è stato più forte dell’uomo. Ha reso da campione quando aveva ancora l’età perché qualcuno si prendesse cura di lui. Monza sembra un tentativo diverso, persino rispetto a Brescia. Nel calcio che coltiva il mito postumo degli irregolari ma che durante la carriera li mette all’indice, Galliani dovrà fargli da Geppetto e Boateng sarà il suo bro’ al posto di qualche Lucignolo. Da qualche parte nel ventre della balena deve pur esserci un bambino. Si legge sul Corriere dello Sport.

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