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Monza e Reggina, ‘feste’ promozione profondamente diverse. Questione (anche) di rispetto

I tifosi della Reggina hanno riempito strade e piazze di Reggio Calabria per festeggiare la promozione in serie B. Per molti quella che doveva essere una festa è invece sembrato un assembramento, quando ancora sono d’obbligo mascherine e distanziamento sociale. Un servizio delle Iene, in onda martedì prossimo, farà luce sulla questione

Cori, fumogeni ma soprattutto assembramenti. Non uno, ma due a distanza di pochi giorni. Così è stata festeggiata la promozione della Reggina in serie B, come potete vedere nel video (cliccando qui) che riprende alcune immagini registrate dalla testata City Now.

Per molti però questa festa è stato uno schiaffo alle misure di contenimento del coronavirus, e online sono centinaia i commenti contro chi li ha autorizzati e chi ne ha preso parte. Nonostante le raccomandazioni delle ore precedenti, forse gli organizzatori non si sono accorti che la situazione è sfuggita di mano. Così quello che doveva essere un momento di festa, si è trasformato in un assembramento ancora vietato per le norme anti-Covid19.

Noi ci permettiamo di sottolineare, invece, il diverso comportamento dei tifosi del Monza, sicuramente non meno felici della promozione in Serie B. L’approccio adottato è stato senz’altro diverso, con la società e la Curva Davide Pieri (LEGGI QUI) che si sono prodigati in messaggi precisi, per evitare che la gente scendesse in piazza e creasse assembramenti. La società ha assicurato che la festa ci sarà, dunque perché rischiare adesso, in un momento in cui i contagi da Coronavirus sono ancora presenti? Ed infatti, a Monza ed in Brianza, tutti hanno raccolto il messaggio. Nessun assembramento, nessun capannello di tifosi, ma tanti balconi addobbati di biancorosso ed una sontuosa Villa Reale illuminata magistralmente con luci bianche e rosse.

E’ lontana da noi la voglia di giudicare comportamenti altrui, ci mancherebbe. Probabilmente, però, la sensibilità diversa sull’argomento deriva da quello che è stato vissuto nel Nord Italia negli ultimi mesi. Un qualcosa che, probabilmente, in Calabria, è stato vissuto in modo più marginale. Ed anche nei giorni più drammatici dell’emergenza i tifosi del Monza si sono dimostrati unici, consegnando pasti caldi a pranzo e cena agli operatori sanitari di San Gerardo, Vimercate e Croce Rossa, che lottavano incessantemente per salvare vite umane.

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