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Paolillo: “Il calcio subirà un ridimensionamento del 20-30%”

L’ex dirigente dell’Inter ha parlato delle prospettive del movimento calcio, specie quando l’emergenza sanitaria sarà ormai alle spalle

Ernesto Paolillo, lei è stato amministratore delegato e direttore generale dell’Inter e anche uno dei padri del fair play finanziario. Ci sembra abbastanza per chiederle che cosa resterà del calcio dopo la pandemia: “Abbiamo vissuto un grande gioco dell’oca, siamo ritornati alla casella di partenza e si ricomincia. Ma la plancia è cambiata e non sappiamo che cosa contengano le nuove caselle“.

Una strategia bisognerà pure immaginarla.
Almeno per un paio d’anni ci sarà una maggiore attenzione non solo ai costi ma anche all’organizzazione delle squadre e degli staff, al numero di dipendenti e quant’altro. Le ricadute sui ricavi da sponsor e sui diritti televisivi saranno inevitabili. Sarà ridotta anche la capacità di spesa delle aziende che orbitano intorno allo sport“.

Di quanto si ridimensionerà il valore del movimento?
Ragionevolmente del 20-30%. Per il primo biennio. Poi si vedrà“.

E qui s’inseriscono, tanto per cominciare, le controversie sul taglio degli ingaggi dei calciatori per questa stagione sospesa.
Anche da un punto di vista etico e morale si deve arrivare a un accordo. I calciatori di alto livello restano privilegiati, con stipendi nemmeno paragonabili a quelli della grande maggioranza dei lavoratori. Che questa categoria non capisca di dover dare un contributo è abbastanza assurdo. Possiamo discutere sul quanto, sulla percentuale“.

Ne stanno discutendo.
Però nella discussione manca o è in secondo piano un punto basilare. Che i calciatori rinuncino a qualcosa per aiutare la propria società d’accordo. Ma una parte del contributo deve andare a favore delle categorie meno privilegiate. Chi non rischia di restare senza lavoro dovrebbe pensare a chi in questo momento non ha i soldi da portare a casa“.

Ci arriveremo?
Io credo nella ragione e nella sensibilità. Tra i calciatori ne abbiamo molti esempi. Vero che gli atleti guadagnano fino ai quarant’anni scarsi. Ma questa è un’emergenza eccezionale. Tutti devono capire che anche gli sponsor e le aziende televisive verranno a patti con i propri conti economici. E saranno portati a spendere meno. I partner dei singoli calciatori arriveranno a imporre sacrifici ai propri testimonial“.

Si rischia un tracollo.
Un forte ridimensionamento. Gli organismi politici europei e la Banca Centrale con un meccanismo o l’altro intervengono a sostenere le imprese. Il calcio delle serie inferiori resta invece senza paracadute. Chi finora ha sostenuto queste squadre dovrà concentrarsi sulla propria azienda“.

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