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Burioni: “Coronavirus, siamo sul 3-3, dobbiamo vincere. Il calcio sarà diverso fino al vaccino”

Il noto medico ha fatto il punto della situazione in Italia anche dal punto di vista sportivo e nello specifico parlando del calcio

Il virologo Roberto Burioni ha parlato a Tuttosport: “Sto parlando a un quotidiano sportivo, quindi mi piace proporre una metafora calcistica. Diciamo che siamo andati subito sotto di 3 gol, ma dopo 20 minuti fantastici si è arrivati al 3 a 3. Però la partita bisogna vincerla, perché poi possono di nuovo segnare anche gli altri. Ebbene, ci troviamo in questa situazione. Abbiamo ripreso una situazione di svantaggio molto grave e adesso dovremo sfruttarla bene”.

“Un giocatore di calcio”, ha detto: il suo sembra un assist per la prossima domanda. La Uefa e le varie Leghe nazionali, compresa quella di serie A, stanno cercando da tempo di pianificare un ritorno agli allenamenti e alle partite tra maggio e giugno.
Devo essere sincero. Già da molte settimane non seguo più il calcio. Io sono tifoso della Lazio, lo sapete. Ma l’arrivo di questa minaccia non mi aveva già permesso di vedere alla televisione le ultime due partite che si erano disputate. Tra l’altro la Lazio aveva anche giocato bene e vinto (3 a 2 al Genoa e 2 a 0 al Bologna a fine febbraio; ndr). Non sto più seguendo nei dettagli cosa stia succedendo nel mondo del calcio, però è bene dire a tutti che in questo momento ci sono argomenti ben più… pressanti. E lo dico io per primo a me stesso, che per l’appunto sono un grande appassionato e che tifo per una squadra che stava anche disputando un campionato molto bello”.

Ritentiamo: fine maggio, giugno? Utopia, speranza o irresponsabilità? 
Purtroppo mi trovo in grande difficoltà a fare una previsione. Io penso che in questo momento sia indispensabile attendere ancora qualche settimana prima di progettare una possibile ripresa del calcio e di tutti gli altri sport. Prima, dovremo vedere cosa accadrà quando ricominceremo a uscire di casa. E anche che cosa accadrà con l’arrivo dell’estate. Temo però che fino a quando non avremo qualcosa di risolutivo contro questo virus sarà molto difficile rimettere dentro a uno stadio alcune decine di migliaia di persone. Temo che per un po’ di tempo dovremo vivere questa nostra bellissima passione in un modo un po’ diverso. Sarà un sacrificio che dovremo fare. Ma sono anche sicuro che poi un giorno torneremo a godere del calcio e di tutti gli altri sport, così come ne abbiamo goduto fino a oggi. O meglio: fino a ieri”.

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