
L’obiettivo della FIGC è quello di concludere i campionati che sono stati sospesi per l’emergenza Coronavirus. Ma c’è una data che sembra quasi inderogabile
Focus di Tuttosport sul futuro dei campionati italiani. C’è una data che ora tutti, nel mondo del calcio, guardano con un misto di apprensione e dubbio: il 30 giugno. Una data che diventa improvvisamente la dead-line clamorosa alla luce dei ritardi innescati dall’emergenza Coronavirus. Una data che la Figc vorrebbe rispettare, anche a costo di sintetizzare la stagione con i playoff e i playout, ma che non tiene conto delle “date europee” e della possibilità che aprile scivoli via senza potere essere utilizzato neppure per allenarsi.
Se si dovesse andare oltre il 30 giugno bisognerà che le Leghe, il Sindacato calciatori e la Federazione (che determina le norme sui tesseramenti) trovino un accordo per una estensione temporanea dei contratti ratificata poi dall’Uefa. L’altro enorme tema è quello del calciomercato. I riscatti e i controriscatti dei giocatori in prestiti che dovrebbero essere esercitati entro il 30 giugno. Una scadenza evidentemente impossibile da rispettare e non solo a livello Nazionale.
