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Caprari sta deludendo: il confronto con magica stagione all’Hellas

Più partite giocate e più occasioni create, meno assist e nessun gol. L’approfondimento de La Gazzetta dello Sport

L’avvio di questa stagione – forse anche per una condizione fisica non ottimale – è invece sotto la linea di ciò che ci si aspettava da lui. Abbiamo paragonato, grazie a Opta, le prime sette giornate di questo campionato con quelle dell’ultimo torneo. Ed è emerso chiaramente che i suoi volumi di gioco, sostanzialmente, sono cresciuti. Eppure all’atto pratico mancano assist (dimezzati, da 2 a 1) e gol (spariti, da 2 a 0). E’ vero che il Verona della scorsa stagione aveva segnato quasi quattro volte tanto il Monza di questa annata (15 a 4), ma è anche vero che Caprari con il Monza ha giocato 7 volte su 7 titolare mentre con l’Hellas aveva saltato due gare e in un’occasione era partito dalla panchina. Il Caprari di Monza sta creando più occasioni (5 a 3), gioca di più nella metà campo offensiva (113 passaggi a 89), crossa il quadruplo (8 a 2), tocca più palloni nell’area avversaria (20 a 12) e tira di più (9 a 6). Eppure non ha ancora segnato, dribbla meno (2 a 5) e avrebbe una cifra di “expected goals” (gol attesi per quanto fatto) di 0,94 a partita rispetto allo 0,44 della stagione scorsa nello stesso lasso di tempo.

Il tempo per migliorare I numeri vanno interpretati e il calcio non è solo cifre. Però ci dicono in estrema sintesi una cosa: Caprari è decisamente coinvolto nel progetto Monza, ha una posizione centrale nella manovra offensiva dei brianzoli ma la qualità del suo gioco per adesso non basta (media voto 5,42 per la Gazzetta finora). I margini per migliorare ci sono tutti sia perché ha qualità sia perché con questa pausa potrà comprendere meglio – come tutti i suoi compagni – ciò che Raffaele Palladino vuole. La squadra con il cambio di allenatore è rimasta con la difesa a tre ma davanti ha virato per la formula 2+1 con due trequartisti e una punta. Forse un passaggio a un sistema di gioco che migliora l’approccio di Caprari alle partite. «Il mio ruolo? Non so più cosa rispondere, certi giorni mi sveglio trequartista e altri sono desideroso di giocare seconda punta. Diciamo che viene prima il giocare e scendere in campo rispetto al ruolo» – lo disse in un’intervista di tre anni fa ma rende bene l’idea della sua duttilità. Fatto sta che il talento romano può e deve concretizzare di più la mole di lavoro svolta per aiutare il Monza a raggiungere la salvezza. In 7 giornate ha tirato in porta 2 volte, nella scorsa stagione 4. È evidente che se questi numeri si assottigliano diventa anche più complicato per lui incidere all’interno della partita. In questi giorni di pausa oltre ad aver tempo di seguire Palladino sul campo Gianluca potrà anche godersi la famiglia.

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