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La prima volta di Galliani contro il Milan: vittoria dedicata a Berlusconi

A l gol di Giroud, che ha acceso le possibilità di una rimonta rossonera, la tensione è stata troppa per rimanere seduto in tribuna. Non scherziamo, si gioca il derby del cuore di una vita intera: da un lato la squadra di sempre e per sempre (il Monza), dall’altro 31 anni di innamorato servizio in una società di cui è ancora tifoso (il Milan). Lo consiglia spesso anche il medico, meglio evitare certe emozioni. Scrive Tuttosport.

A differenza di altre volte però, con il Duomo chiuso per la notte, quello di Adriano Galliani è stato un ritiro familiare, a casa della sorella in centro città. Televisione spenta e cellulare messo in carica, lontano da ogni tentazione. Poi scoccato, il 90’, il ritorno all’U-Power per la festa negli spogliatoi. Tra un gavettone e una foto ricordo, Galliani mostra ai suoi ragazzi il messaggio di complimenti di Piersilvio Berlusconi.

Si sono sentiti anche lunedì, molto contenti e sempre più orgogliosi alla guida della società. Il secondogenito di Silvio era seduto in tribuna in estate per il trofeo intitolato al padre morto da poche settimane, quella sera andò a casa deluso per non aver alzato la coppa, ma soddisfatto per essersela giocata fino ai rigori, consapevole che prima o poi sarebbe tornata l’occasione.

E l’appuntamento col destino si è concretizzato domenica, una prestazione straordinaria per una vittoria che il Monza aspettava da quasi 60 anni. Mai arrivata in A nei tre precedenti incontri, anzi tre sconfitte. Un solo sorriso in Coppa Italia, un 2-1 con doppietta di Mariano Melonari il 6 settembre 1964. Rimanendo nella storia, era dall’Avellino ‘78/’79 che una debuttante in A non riusciva a battere le tre grandi Juventus, Inter e Milan in meno di due anni.

Il Monza ci ha messo dentro anche il Napoli scudettato. Lo scherzetto al Milan lo fanno un sacco di ex, a partire da Galliani (che, a proposito di amicizie, nel pre-partita ha riabbracciato Ibrahimovic) e poi Pessina, cuore monzese voluto in rossonero proprio dall’esperto dirigente e preso da un fallimento del Monza. E, ancora, il Maldini di terza generazione autore dell’assist per il 3-2 di Bondo o Colombo, che ha chiuso i conti in apparenza senza esultare mentre dentro esplodeva di gioia. Vittoria dedicata a Silvio Berlusconi.

Lo menziona Palladino nell’immediato post, lo dichiara anche il capitano nelle interviste. Ma non ce n’era bisogno, perché più di ogni altra cosa è lo stadio il tripudio dell’ennesimo successo di una società cresciuta a modello dell’uomo che più di tutti ha creduto che serate come quella di domenica potessero trasformarsi da sogni in realtà.

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