Se a livello di punti fatti si è sopra il percorso eccellente della scorsa stagione, c’è però da constatare che a livello di gioco qualcosa è cambiato, e non in meglio. Il Monza un anno fa, alla ventiquattresima giornata della Serie A 22/23, si trovava nella stessa posizione di quest’anno (undicesimo) ma a 29 punti invece che 30 attuali. Allo stesso punto del campionato però aveva 28 gol fatti, mentre ora sono solo 21, secondo peggior attacco insieme a Verona e Torino, davanti solo all’Empoli con 18.
Migliora la difesa, 28 gol subiti contro i 34 della scorsa stagione, ma peggiora il dato della differenza reti che vede il -6 di un anno fa scendere a -7. Numeri che restano tutto sommato in linea, ma che denotano quello che già all’occhio si era intuito dal campo: il Monza ha perso quel coraggio di giocare a viso aperto con tutti.
Attenzione però a dare tutte le colpe a Palladino per questo arretramento del baricentro. Perché se è vero che il mister ha sempre avuto difficoltà a mandare in gol le sue punte già dalla scorsa stagione, è anche vero che il Monza non è più una outsider e gli avversari ora hanno adottato tutte le contromisure del caso. Logico che da qui il tecnico abbia dovuto rivedere il modo di stare in campo, meno arrembante e più compatto. Ma è altrettanto pacifico che il Monza valga molto di più di una squadra che pensa prima di tutto a non prenderle. Dunque è necessario tornare a osare qualcosa di più. Anche perché il pubblico, per la prima volta dalla gestione Palladino, inizia a non divertirsi più.