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Figuraccia sì, ma niente drammi. Il Monza cresce se impara a variare il tema tattico

Una sconfitta da analizzare sotto diversi aspetti, ma uno su tutti è il rischio di cadere nel dogmatismo tattico

L’errore più grande di mister Palladino, o almeno quello che può notare un tifoso senza patentino a Coverciano, è quello di non aver saputo adattare la squadra all’avversario. Il tecnico ha ragione quando dice “non dobbiamo snaturarci”, ma fino a pagina due.

Perché quando incontri una corazzata come l’Inter e pretendi di palleggiargli in faccia non sei più sfrontato, ma autolesionista. Ed è quello che è successo sabato. Il Monza ha provato le solite rischiosissime partenze dal basso, ha provato il giro palla, ha provato a giocarsela sui duelli, ha provato a presentarsi con un centravanti mobile e ad entrare in porta con un fitto fraseggio. Non è riuscito nulla, perché questa Inter è irresistibile per chiunque e provare ad affrontarli a viso aperto è una condanna a morte.

La scelta criticatissima di riproporre Gagliardini centrale di difesa da la misura della volontà di Palladino di non cercare infingimenti tattici, ma di voler privilegiare il palleggio da dietro rispetto alla pura marcatura. Il risultato è stato che Lautaro e Thuram hanno fatto un picnic nell’area biancorossa. Male anche sulle fasce, il punto di forza dell’anno scorso e ora invece diventate l’anello debole della catena. Per non parlare dell’attacco, dove forse in certe partite sarebbe meglio proporre una punta che giochi negli ultimi 20 metri e non cercare “Guardiolistiche” soluzioni di centravanti-spazio.

Insomma, perdere con l’Inter ci sta, ma bisogna analizzare bene come si è perso. Per fare il salto, quello vero, serve imparare a variare il tema tattico in base a chi si ha davanti. Se qualche volta si azzardano i palloni lunghi, o i cross dalle fasce a cercare deviazioni sporche, non significa snaturarsi. Se c’è una cosa che il 5-1 subito dai nerazzurri deve insegnare è proprio la necessità di imparare a cambiare. Le squadre ora conoscono Palladino, conoscono i giocatori del Monza, conoscono i movimenti dei biancorossi e persino i cambi che l’allenatore va a fare a seconda delle situazioni. Bisogna tornare ad essere imprevedibili.

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