La rosea scrive del proprietario del Monza che da ieri è ricoverato in terapia intensiva
Silvio Berlusconi ieri mattina è stato ricoverato al San Raffaele di Milano per un’infezione polmonare che gli ha provocato una seria insufficienza respiratoria. Arrivato all’ospedale milanese intorno alle 12 con un’auto privata insieme alla fidanzata Marta Fascina, è stato sottoposto ad accertamenti e poi subito trasportato nel reparto di terapia intensiva cardiotoracica diretta dal professor Alberto Zangrillo, da anni il suo medico di fiducia. Scrive La Gazzetta dello Sport.
Le sue condizioni sono state subito definite “delicate”, ma il San Raffaele non ha diffuso alcun bollettino medico né ha fornito ulteriori dettagli. Forse lo farà oggi Zangrillo in persona. L’unico commento di una persona che lo ha visto, dunque, è stato quello di ieri sera del fratello Paolo che, intercettato dai giornalisti all’uscita dall’ospedale, ha spiegato: «E’ stabile. Silvio è una roccia e ce la farà anche stavolta. Com’è il suo umore? Il nostro è buono». Il suo volto però era teso e si è infilato immediatamente nella macchina che lo aspettava per non approfondire il discorso.
Preoccupazione
Berlusconi era stato al San Raffaele anche la scorsa settimana per eseguire dei controlli dopo un’aritmia e alcuni dolori accusati lunedì, mentre era nella sua villa ad Arcore. Il problema sembrava risolto visto che giovedì era uscito dalla struttura salutando i giornalisti dall’auto e domenica su Instagram aveva postato una foto sorridente in mezzo a un campo di tulipani, nella tenuta che ha in Brianza. Nelle quarantotto ore successive, invece, le sue condizioni di salute sono di nuovo peggiorate tanto che ieri mattina l’insufficienza respiratoria ha reso necessario un ricovero d’urgenza.
Senza il trasporto in ambulanza, ma con la macchina degli uomini della sua scorta. Prontamente sottoposto ad analisi del sangue e a una Tac, è arrivata la conferma che si trattasse di un’infezione polmonare non completamente risolta. Il personale medico ha così iniziato una terapia antibiotica, con il paziente che è sempre rimasto vigile, anche se è stato aiutato nella respirazione. «Non è stato risolto un problema che riguardava un’infezione, ma parla» ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani da Bruxelles. «Sono in contatto con la famiglia e c’è preoccupazione – ha aggiunto Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera -, ma, con la dovuta prudenza, io resto ottimista».