Monza, non basta il possesso palla: zero tiri in porta e primo ko con Palladino

Ritornano a galla i limiti già visti con Stroppa. Empoli parte bene nei due tempi e tanto basta

Raffaele Palladino si ferma a tre e si fa sorpassare in classifica dall’Empoli. Basta un gol di Haas all’11’ del primo tempo per incastrare il Monza dentro la prima sconfitta della nuova gestione e per infrangere la porta sigillata di Di Gregorio per 323’ consecutivi. Ci vuole un Empoli con la faccia giusta, quella della praticità e dell’intensità, per prendersi tre punti che allungano il momento buono dei toscani (quattro punti nelle ultime due partite, sette nelle ultime quattro). Alla fine, strizzando la spugna della partita, basta quell’avvio devastante. In undici minuti del primo tempo i toscani costruiscono quattro palle gol, tre in un’unica soluzione. E sull’ultima Di Gregorio non può più fare gli straordinari come le tre precedenti su Satriano. Sbuca Haas e denuda il Monza che senza Izzo e con un Marlon trasparente soffre tremendamente dietro. Undici minuti però sarebbero limitativi nel descrivere i toscani. I quali lasciano il pallone al Monza e vanno vicino al raddoppio con un palo di Destro nel cuore del primo tempo e con un salvataggio sulla linea di Donati nella ripresa.

I brianzoli viaggeranno ben oltre il 60% di possesso palla per l’intero incontro senza avere lucidità e brillantezza una volta affacciati negli ultimi metri. Gli zero tiri nello specchio del primo tempo – la prima volta con Palladino, era già accaduto con Giovanni Stroppa contro la Roma – riporta a galla qualche limite di questa formazione che lavora benissimo il pallone fino a quando si arriva nell’imbuto dell’area dove servono altre caratteristiche per tramutare in gol il lavoro. Lettura semplice, ma non superficiale. Perché allungando lo sguardo sui numeri emerge anche la mole di cross – 29, esclusi i calci d’angolo – che rendono più rotondo il discorso sul Monza. Ventinove cross e nessun colpo di testa infuocato: perché se ne produci così tanti devi avere un’araba fenice all’interno dell’area che risorga ogni volta che la palla passa in cielo. Soprattutto se l’Empoli piazza bene le torri. I toscani hanno giocato meglio gli avvii dei tempi. Perché anche nella ripresa, dopo sei minuti, ci sarebbe stato un altro gol. Su punizione di Henderson però la posizione di Destro – che non tocca la palla ma sposta l’attenzione su di sé – è irregolare. Un’illusione perché l’Empoli da lì in avanti vedrà poco l’area avversaria. Il suo baricentro si sposterà inesorabilmente verso la propria area e solo in qualche tentativo individuale con Bajrami – subentrato, troppo frettoloso nelle scelte – e sul salvataggio di Donati sulla linea si rivedrà sul lato opposto del campo. Una scelta? Di riflesso. Palladino ha provato a mettere acqua fresca nei rubinetti dietro Gytkjaer togliendo Pessina e Caprari e inserendo D’Alessandro e Colpani. Ma alla fine il problema della friabilità offensiva è rimasta (Barberis dentro per fare il regista difensivo scelta senza benefit). E fa bene Palladino a non soffermarsi sulle decisioni arbitrali (Birindelli spinto da Parisi in area e forse secondo giallo mancante a Stojanovic), ma a pensare dove lavorare. In casa Empoli questo successo deve servire per far calare sopra la squadra un velo di meritata serenità e sopra a Zanetti uno strato di tranquillità.