Il cambio in panchina per i biancorossi è stato un toccasana. Tre vittorie consecutive che stanno ribaltando la stagione
Dice il saggio Claudio Ranieri: se la squadra non segue più il tecnico, allora meglio cambiare subito, senza esitazioni, prima che sia troppo tardi. Parole che suonano di buon senso nell’antica questione del cambio di allenatore a stagione in corso. Scrive La Gazzetta dello Sport.
Quest’anno i club hanno parecchia fretta: quattro esoneri in nove giornate, per non dire delle panchine molto “discusse” di Allegri e Inzaghi. Il Bologna è stato il primo, passando da Mihajlovic a Thiago Motta (con Vigiani ad interim per un turno). Il Monza da Stroppa a Palladino. La Samp da Giampaolo a Stankovic. Adesso il Verona: al posto di Cioffi, accoglierà probabilmente Diego Lopez. L’anno scorso erano state tre le sostituzioni nello stesso periodo. A fine campionato, tre club su sette che avevano reclutato nuovi tecnici erano retrocessi lo stesso: Cagliari, Genoa e Venezia.
Però Nicola alla Salernitana (per Colantuono) e Tudor al Verona (per Di Francesco) erano stati decisivi. E vogliamo parlare di Pioli che, all’ottava giornata del 2019-20, subentrò a Giampaolo cambiando da allora la storia moderna del Milan e della Serie A? Non c’è insomma una ricetta buona per tutti. Bologna, Monza e Samp sembravano, per motivi diversi, in blackout. Palladino ha invertito totalmente la tendenza, Motta non ancora, per Stankovic è troppo presto per un giudizio. La sensazione è che il gioco dei cambi non finirà qui. La sentenza, come sempre, all’ultima giornata.