Il tecnico biancorosso a La Gazzetta dello Sport: “Abbiamo fatto un grande percorso. Per la A dovremo tenere una base della rosa”
Ha il sorriso stampato in volto Giovanni Stroppa se ripensa alla stagione conclusa con la prima storica promozione in A del Monza. Anche se questo risultato non fosse arrivato, il tecnico aveva la certezza che sarebbe rimasto per il bel cammino fatto. A farglielo capire è stata una minaccia-battuta di Adriano Galliani: “Un mese fa mi ha chiamato per dirmi che se non fossimo andati in A mi avrebbe spaccato le ossa – racconta a La Gazzetta dello Sport – però sarei rimasto anche in B. Mi ha gratificato. Ho sentito che avrei vinto comunque per il percorso lavorativo compiuto e la valorizzazione dei ragazzi”.
Stroppa è soddisfatto del cammino fatto con i bagaj: “Non si vince con le figurine. Si diventa forti lavorando sul campo e il lavoro di tutti. Inizialmente abbiamo avuto difficoltà importanti: non era scontato che potesse riuscire tutto bene. Abbiamo avuto tre momenti topici: l’avvio con la squadra in costruzione quando ha dovuto giocare anche chi non era ancora pronto, dicembre quando la squadra era in grande fiducia e avevamo raggiunto una consapevolezza tecnica ripagata dai risultati poi dopo un mese fermi per il Covid siamo dovuti ripartire daccapo”. Un aneddoto dei tanti discorsi chiave della stagione: “Al ritorno da Frosinone dove abbiamo perso 4-1, Galliani ha chiamato tutti sul fondo dell’aereo e ha detto che stava andando tutto bene. Eravamo in crescita, ci ha dato tranquillità”. Chiusura sul futuro: “Una base bisognerà tenerla. Se poi arrivano dei nomi importanti ben venga purché siano professionali e aiutino il gruppo a fare il salto di qualità”.