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Berlusconi-­Galliani al Monza. Tre anni fa l’inizio del sogno

Tre anni di presidenza Berlusconi e un sogno ancora da raggiungere, magari in questa stagione

Quando il 4 settembre del 2018 la notizia cominciava a circolare su web e giornali, a Monza in pochi ci credevano. Qualcuno pensava alla più classica delle fake news, qualcun altro al titolo “acchiappa­click” che nascondeva qualcosa di poco conto. Riporta il QS.

Invece era tutto vero: Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, un anno e mezzo dopo il passaggio di consegne del Milan, volevano tornare nel calcio. Volevano farlo con una nota di romanticismo: a Monza, dove ebbe inizio la loro collaborazione lavorativa, dove ebbe inizio l’escalation calcistica e dirigenziale di Adriano Galliani, lì dove la luce dei riflettori dell’attuale U­Power Stadium arriva fino a Villa
San Martino, storica dimora berlusconiana nella vicina Arcore distante circa 7 chilometri.

L’idea matura in uno dei tanti e frequenti pranzi del lunedì, quando Berlusconi raduna famiglia e fedeli collaboratori. L’idea rimane tale giusto il tempo di una telefonata: quella che Galliani recapita alla famiglia Colombo che quel Monza lo avevano riportato dai dilettanti alla Serie C con lo scudetto cucito sul petto. La trattativa non c’è neanche quasi stata. Ma non si può neanche parlare di amore a prima vista, in quanto Adriano Galliani il “suo” Monza, di fatto, non l’aveva mai perso di vista. Neanche quando con il Milan girava il mondo ad alzare trofei.

L’inizio dell’era del romanticismo, così l’hanno voluta sin da subito ribattezzare, è iniziata ufficialmente il 28 settembre 2018 con una conferenza stampa fiume ad Assolombarda a Monza dove l’ad dalla cravatta gialla (rimasta custodita nel museo di Casa Milan) poneva basi e obiettivi della nuova discesa in campo: “Il sogno è di portare il Monza in Serie A“. Silvio Berlusconi, oggi, compie 85 anni: il quarto festeggiato da numero 1 biancorosso, il trentacinquesimo in un mondo, quello del calcio, a cui ha dato tanto e dove vinto tutto.

Che continua a sostenere con idee e denaro senza perdere il vizio di sorprendere, vincere e “allenare” (doverose le virgolette). Già, perché il suo impegno non è mai venuto meno anche nel tempestoso e preoccupante capitolo Covid che il presidente ha vissuto e sconfitto. Del Monza segue tutto: dalle partite (tutte) ai suoi giocatori, chiamando e richiamando il tecnico a un gioco divertente e offensivo e voglioso di aggiungere alla sua interminabile carriera un sogno che nella Brianza che lo ha adottato, ancora non si è mai trasformato in realtà.

Monza in Serie A vuole essere il “grazie” eterno a quello che il territorio ha dato al duo che oggi guida e sostiene una realtà capace di diventare tra le prime del nostro calcio. Monza in Serie A, anche ieri, al terzo anniversario dell’era romantica, rimane l’impresa impossibile pronta a diventare realtà e certezza.

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