Il punto della rosea sul ritorno della semifinale playoff. Vincono i brianzoli ma sono eliminati
Non sono serviti i cartelli e le magliette con la scritta «crediamoci» che Galliani ha distribuito ovunque e a chiunque per caricare il Monza. Non sono serviti 35’ d’assalto, non sono serviti quei venti ultrà saliti in tribuna a tifare. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.
E’ mancato l’ultimo gol, quello che avrebbe portato al clamoroso ribaltone dopo il 3-0 dell’andata. Il Cittadella stavolta ha resistito, dopo aver rivisto i fantasmi del Bentegodi, dove nel 2019 perse la Serie A facendosi rimontare da 2-0 a 0-3 dal Verona. E’ finale, la seconda della sua storia, per un derby veneto col Venezia tutto da gustare.
Monza senza Boa
Non si erano mai visti, nella storia di questi playoff, tre gol di scarto da rimontare dopo una partita di andata e il Monza sapeva che sarebbe stata dura. Se non altro Brocchi ha stravolto la squadra vista all’andata, con quel 3-5-2 inadeguato contro l’organizzazione del Cittadella; il tecnico è tornato al 4-3-3 affidandosi davanti alle sue stelle Balotelli e Boateng, ma solo il primo ha fatto il suo, impegnando Kastrati nel primo tempo (dopo errore di Ghiringhelli) e sfiorando il palo su punizione, poi appoggiando in rete il gol dell’1-0 dopo cross rasoterra di Carlos Augusto.
A tradire è stato Boateng, che non ha mai inciso e sbagliato tutto. E non a caso dopo la sua uscita il Monza è esploso, anche grazie a un D’Alessandro devastante, che ha fatto il diavolo a quattro segnando il 2-0 con un tiro dal limite dopo azione personale partita dalla sinistra. A quel punto mancavano 12’ più il recupero, solo allora il Monza ha cominciato a crederci davvero, ma il miracolo non è arrivato e l’unico momento caldo sono state le proteste per un fallo di mano di Gargiulo, arrivato comunque fuori area.