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Salernitana rebus Serie A. Mezzaroma: “Non ci faremo espropriare la società”

Tutto da scrivere il futuro della seconda promossa in campionato che ad oggi non potrebbe iscriversi in Serie A

Attutita l’emozione incontenibile dell’Adriatico per un’impresa storica della Salernitana e archiviato il voto a Santa Rita nella notte di Cascia sciolto dopo la promozione in A e un viaggio complicato col pullman della squadra granata smarritosi tra le montagne tra Lazio e Umbria care a Lotito, è già tempo di riflessioni sul futuro prossimo. Scrive il Corriere dello Sport.

Non c’è pace per questa proprietà che ha ereditato in Serie D il club da un fallimento e lo ha riportato nel grande calcio italiano, dalla porta principale contro ogni previsione e tanto fuoco amico. Un approdo che rischia di diventare, tuttavia, subito un nuovo “fronte” per Lotito e Mezzaroma. Anzi lo è già. D’altra parte le parole del presidente federale Gabriele Gravina («Il 16 bis delle Noif rafforza un principio statutario previsto all’art. 7 comma 8, è una regola in linea con quelle Uefa che non consente le partecipazioni in più società a livello professionistico. Tutti sapevano cosa sarebbe successo»), prima ancora dell’ultimo CF che ha inasprito le regole sulle multiproprietà di fatto abrogando la possibilità di deroghe, sono segnali inequivocabili che non prestano il fianco a interpretazioni alternative.

Nessuna “ratio legis” per dirla in una lingua cara al presidente capitolino che in famiglia ha avuto anche insigni latinisti. Bisognerà cedere il club. Era prevista una deroga ottenuta agli inizi dell’avventura salernitana e valida anche nel caso del Bari dei De Laurentiis. Un’opzione logica: chi prenderebbe un club fallito tra i dilettanti se poi fosse costretto a lasciarlo in C tra i professionisti? Ma l’efficacia di quella concessione s’interrompe con la A. Il caso della Salernitana. E così, il tema della “multiproprietà” è diventato subito incandescente, tra l’altro riscuotendo una certa attenzione anche nella città campana.

«ESPROPRI PROLETARI»

Sul conflitto d’interesse e sulle possibili soluzioni, è intervenuto ieri Marco Mezzaroma, comproprietario del sodalizio granata nonché cognato di Claudio Lotito che ieri sera è piombato a Salerno per un vertice con Fabiani: «Siamo pronti a rispettare le regole – ha dichiarato il costruttore romano – Ma gli espropri proletari non fanno parte di uno Stato di diritto né sono contemplati nel nostro ordinamento. E la proprietà va sempre tutelata come è già avvenuto in passato». L’ammiccamento è al caso Mediolanum in seno alla famiglia Berlusconi, per il quale si è arrivati al Consiglio di Stato per trovare una soluzione.

«Ci auguriamo di non dover giungere a tanto», aggiunge Mezzaroma. Eppure l’articolo 16/bis delle Norme Organizzative Interne della Figc non dà scampo. A meno che non si cerchi un’interpretazione meno perentoria e meno drastica tra le righe della norma nel comma 2 che recita testualmente: «un soggetto ha una posizione di controllo di una società o associazione sportiva quando allo stesso, ai suoi parenti o affini entro il quarto grado sono riconducibili, anche indirettamente, la maggioranza dei voti di organi decisionali ovvero un’influenza dominante in ragione di partecipazioni particolarmente qualificate o di particolari vincoli contrattuali».

IL VALORE DEL CLUB

Pagata 100 mila euro, quanto vale oggi la Salernitana? Lotito punterebbe a incassare tra i 40 e i 50 milioni di euro da una cessione. Il club beneficerà in A di una cifra prossima ai 36 milioni di euro. E una malaugurata retrocessione sarebbe attutita economicamente da un paracadute che si aggira tra i 15 e i 18 milioni di euro. L’altro tema caldo è quello del termine perentorio della cessione. Da quando cioè scatta il conto alla rovescia di 30 giorni per una nuova proprietà della Salernitana? Dal termine della regular season o dalla finale dei playoff, il 27 maggio?

Altro nodo da sciogliere, proprio mentre Cristina Mezzaroma, sorella di Marco e moglie di Lotito, ha salutato i salernitani con parole commosse che hanno tanto il sapore di un addio. «Ho seguito la Salernitana anche in ritiro. C’è un’immensa gioia ma anche un velo di tristezza. La proprietà rimarrà a mio figlio ancora per 30 giorni. Mi auguro che la nuova proprietà sappia curare questa società, gestirla ed amarla come l’ha amata la mia famiglia».

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