Seconda parte dell’intervista al giovane portoghese sulla stagione personale e della squadra biancorossa
Seconda parte dell’intervista a La Gazzetta dello Sport di Dany Mota Carvalho.
Siete un bel gruppo di giovani. Poi il 31 maggio la sfida contro Frattesi nei quarti dell’Europeo U-21?
«Sì ma da soli non andiamo da nessuna parte. Le giocate e i gol sono frutto del lavoro di gruppo. Contro Davide e Pirola sarà una partita bella, anche da vedere. Per me sarà “la partita del cuore”, il mio primo e ultimo Europeo con l’Under, contro l’Italia che è la mia casa da tanti anni».
Appunto, a 16 anni dalla prima divisione lussemburghese è approdato all’Entella.
«Ho provato, mi sono allenato con loro e alla fine, anche se molto giovane, ho deciso di rimanere per realizzare il mio sogno di bambino: diventare un calciatore. Anche Zaniolo ha messo in luce lì le sue qualità, in modo anche inaspettatamente rapido. Gli infortuni purtroppo fanno parte del nostro mondo ma sicuro ne uscirà perché è un grande giocatore. E un buon amico».
Era detto il “CR7 di Chiavari”. Poi finì proprio alla Juventus U-23.
«I sei mesi in bianconero sono stati molto formativi perché mi allenavo anche con la prima squadra. E poi c’era il mio idolo Cristiano, da cui ho imparato certe cose. Tutto perfetto per me».
Per le sue caratteristiche, in quale squadra di Serie A si vedrebbe meglio?
«Fate voi. Io sinceramente – e non è un modo per non rispondere – dico che quella squadra di Serie A è il Monza».