L’ex attaccante ha parlato della stagione biancorossa visto che in questa stagione ha visto dal vivo quasi tutte le gare della squadra di Brocchi
Bobo Vieri a Il Cittadino ha parlato del Monza: “Quest’anno sono stato a tutte le casalinghe e anche in trasferta. Diciamo: trasferte, fino ad un’ora e mezza, massimo due, di macchina. Sempre che non debba fare altre cose. Conosco il Monza meglio di tutti“.
Contro l’Empoli che partita sarà?
“Non penso decisiva. E’ la seconda di ritorno, ne mancheranno altre 17, sarà lunghissima. L’Empoli da 20 o 30 anni fa B e A, ha grande esperienza ed è una società seria. Con un ottimo settore giovanile“.
Di fronte che Monza troverà?
“In questi due anni il mister ha fatto un lavoro molto, molto importante. A lui piace giocare la palla da dietro, un calcio propositivo, all’attacco, con il portiere che manovra la palla. Penso sia giusto, è un calcio moderno, quello che ci vuole oggi. Se devi fare qualcosa di importante, non puoi pensare a difendere. E Brocchi ha sempre avuto questa filosofia in tutte le squadre che ha allenato. Non dimentichiamoci una cosa…“.
Sarebbe?
“Ha vinto una C difficilissima. Tutti dicevano ‘certo, il Monza ha speso tanto’. Ma le partite le devi giocare, ci vuole tanta concentrazione. Se molli, è un attimo. Guarda la partita con il Renate in C: vinci 2-0 al novantesimo, poi prendi due gol. Devi essere pronto anche mentalmente“.
In un venerdì sera di ottobre, a Venezia, Brocchi ha scelto il 4-3-3 che non ha più cambiato. Cosa ha portato in più questo modulo?
“Il mister ha pensato che potesse essere meglio per i giocatori che ha. E ora in effetti il Monza ha un calcio più veloce“.
Chi tra i giocatori l’ha colpita di più?
“Boateng sta facendo la differenza, ma ci sono anche Paletta e Bellusci che sono di categoria. E poi Mota. Ora c’è anche Diaw. E D’Alessandro l’ho visto alla Spal, mi è subito piaciuto“.
Ora il Monza insegue un altro grande traguardo, la A. Per lei ci potrebbe essere un ruolo, magari nello staff di Brocchi?
“Il mister sa che quando devo dirgli qualcosa gliela dico. Nel bene e nel male. E i miei consigli glielo darò, sì, ma restando fuori dal campo. In tribuna. Anche perché sin qui è stato perfetto“.
