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Ingresso fondi in Serie A. La B in rivolta e Galliani è in prima linea

Questioni del calcio sì ma molto legate alla politica del pallone, con l’amministratore delegato del Monza sempre in prima linea

Dura presa di posizione della Serie B contro l’ingresso dei fondi nella nuova media-company della Lega Serie A. L’attacco, approvato all’unanimità, è contenuto nel comunicato diffuso al termine dell’assemblea svolta ieri in video-conferenza: «Preso atto dell’intervento di alcuni fondi nella proprietà e nella gestione di beni immateriali potenzialmente di proprietà anche delle proprie associate, preso altresì atto che tali interventi e soprattutto gli ipotizzati criteri di distribuzione di quei beni sarebbero idonei ad alterare il principio dell’equilibrio competitivo che è imposto dalla legge in relazione all’intero comparto industriale del calcio professionistico, chiede formalmente alla Lega di Serie A, riservata in mancanza ogni altra iniziativa, d’essere fattivamente coinvolta nel disegno sopra sintetizzato, allo scopo non solo di tutelare i diritti delle proprie associate ma soprattutto di evitare distorsioni strutturali e irreversibili del sistema». La Serie A viene invitata «a rendersi disponibile nel più breve tempo a incontri operativi oltre che a scambi di documenti». Lo scrive Tuttosport questa mattina.

È l’ultimo atto di una serie di uscite contro l’operazione portata avanti dalla A con le due cordate Cvc/Advent/Fsi e Bain Capital/Nb Renaissance. In prima fila l’ad del Monza, Adriano Galliani, secondo cui non è corretta la decisione di vendere il 10% della media-company con una distribuzione di risorse che finirebbe per premiare solo chi è ora in A, senza tenere conto che si parla dei diritti tv delle prossime stagioni, quando ci saranno le neopromosse. La riforma non piace nemmeno a Lotito che gioca sui tavoli Salernitana e Lazio.

La Lega Serie A ha accolto con stupore questa presa di posizione, perché Dal Pino ha scritto martedì a Balata per dargli spiegazioni dopo le prime critiche e perché c’è la convinzione che tutto il calcio italiano dovrebbe essere contento di un affare finanziario in grado di creare valore in un momento di estrema difficoltà. Si parla di un investimento iniziale di 1,625 miliardi per Cvc e di 1,35 per Bain. La A sa che queste entrate dovranno essere condivise con chi arriva dalla B: una sorta di paracadute al contrario che premia le promosse, anziché limitarsi ad attutire la discesa delle retrocesse. Criteri ancora da definire. Per questo l’attacco viene considerato intempestivo.

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