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Brocchi: “A Monza come in Serie A, qui ragazzi e società eccezionali. Nostri obiettivi non cambiano: prima B e poi A”

L’attuale tecnico del Monza, ed ex centrocampista della Fiorentina di Cesare Prandelli, è intervenuto in diretta Instagram sulla pagina di Fiorentina.it

Cristian Brocchi si è raccontato questo pomeriggio. Passato, presente e futuro. Ex centrocampista della Fiorentina di Prandelli, una sola stagione in viola, ma che lo fece entrare nelle grazie del pubblico per quella sua voglia di non mollare mai: “Stiamo cercando di aiutare i giocatori, allenarci tutti insieme è meglio, allenarsi da soli è difficile e non ci si allena mai al meglio stando soli. Ci troviamo online un giorno si ed uno no, la presenza dei compagni aiuta“.

RIPARTENZA SI O NO. “Non è facile per noi, sappiamo bene che ci sono squadre in difficoltà in A, figuriamoci in C. Se i protocolli sono quelli che leggiamo, faremo fatica a riprendere. In C ci sono 60 presidenti che tirano fuori dei soldi di tasca loro per passione: non ci sono introiti, si fa fatica ad andare avanti. Aspettiamo e vediamo“.

STIPENDI TAGLIATI. “E’ stato un atto dovuto nei confronti di una società che non ci ha mai fatto mancare niente, che ha degli obiettivi ed ha preso giocatori forti. I giocatori hanno dato qualcosa indietro, non era scontato, dopo la stagione che abbiamo fatto. I miei ragazzi hanno dimostrato di essere eccezionali. E’ già il secondo mese che ci riduciamo lo stipendio del 50%“.

BERLUSCONI E GALLIANI. “Le pressioni e le aspettative sono come in Serie A. Tutti si aspettano di vincere ogni partita, ma il calcio dice che non è sempre così. La società ha fatto un grandissimo lavoro, ha chiara la mentalità vincente. I giocatori sono stati scelti dal punto di vista tecnico e caratteriale, per la loro storia. Questo gruppo ci sta dando grandi soddisfazioni“.

PROSPETTIVE. “Penso che gli obiettivi non cambino e non cambierà la mentalità. Tutto il sistema calcio subirà dei cambiamenti, ma l’obiettivo nostro è ben chiaro: dobbiamo andare prima in Serie B e poi in Serie A“.

LA SFIDA A FIRENZE IN COPPA ITALIA. “E’ stata una sorpresa per i miei ragazzi. Quella partita è stata la partita della svolta a livello mentale, nel credere fortemente in proposte di gioco che proponevo da tempo. Essersela giocata in casa di una squadra di due categorie superiori ha dato una consapevolezza importante. Fino all’81’ eravamo in vantaggio ed ha bruciato la sconfitta, ma siamo andati via con una convinzione diversa“.

LA FIORENTINA DI AGOSTO. “C’era già tanta qualità, poi se metti dentro uno come Ribery ti cambia le sorti di qualsiasi squadra. E’ di livello mondiale, ha tanto da dare e lo stava dimostrando prima dell’infortunio. E’ una squadra che poteva ambire ad alte posizioni di classifica. Però non sempre riesci a fare le cose nel giro di pochi mesi. Non esistono allenatori con la bacchetta magica. Ho sempre visto far bene squadre che programmano anno dopo anno“.

COMMISSO. “Quando l’ho visto arrivare era un punto di domanda: ero curioso di vedere se questo entusiasmo riusciva a trasformarlo in qualcosa di reale. Poi la società mi ha dato l’impressione di avere obiettivi importante. Pradè è un grandissimo conoscitore di calcio, nel prossimo campionato la Fiorentina avrà un ruolo molto importante“.

CASTROVILLI. “Qualche anno fa, tre anni fa per la precisione, con un mio collaboratore mi segnai il suo nome, ogni anno lo facciamo per i giocatori che ci piacciono di più, qualora poi dovessimo allenarli. Nel suo ruolo era il primo della lista. Quando l’ho visto quest’anno titolare mi sono detto che allora qualcosina ci capisco“.

AMRABAT. Sta dimostrando di essere forte, ha tutto: qualità e quantità. Sta dimostrando di poter giocare per qualcosa di grande. Sarà un innesto importante per giocare insieme a Castrovilli“.

CHIESA. “Per me la Fiorentina è una grande realtà, è già a buon punto. Io penso che le risposte le ha dentro ogni singolo giocatore. Non è mai un discorso solo di soldi o contratto. Se uno sente dentro la volontà di andare, è meglio lasciarlo andare via. Tenerlo controvoglia è controproducente per tutti. L’unico che può rispondere sul suo futuro è lui“.

IL PASSATO A FIRENZE. “Avevo una grandissima voglia, di mettermi in gioco e lavorare con un maestro come Prandelli. Mi volevo sentire un giocatore importante. Ho lavorato duramente in estate per farmi trovare pronto. Lo staff e Prandelli furono meravigliosi. I successi delle squadre arrivano grazie allo spirito di gruppo. Noi stavamo bene, c’erano tanti giovani, quelli meno giovani erano tutti bravi ragazzi come me, Fiore, Toni. Il primo Pazzini era molto simpatico, poi c’erano Ujfalusi, Gamberini, Donadel, Frey ci metteva del suo… Era difficile trovare di meglio”.

PRANDELLI. “Con lui c’era un rapporto di stima, onesto e sincero. In questo mondo ti chiamano tutti quando hai una posizione. Io a lui non gli ho mai rotto le scatole. Mi ha sempre apprezzato. Anche quando ci siamo lasciati a Verona abbiamo sempre mantenuto un grande rapporto, ma io non gli ho mai chiesto niente“.

FIRENZE. “L’applauso dopo la prima partita a Firenze è indimenticabile, quando fui sostituito dopo l’esordio stagionale, quello dette il via a qualcosa di importante. C’era la possibilità di restare, poi successero un paio di cose un po’ fastidiose. Non sono stato io a non farlo andare avanti il rapporto. Io sono una brava persona e mi piace parlare con chi è come me. Speravo ci fossero i presupposti per restare, ma nella chiacchierata che feci sentii un qualcosa che non era in linea con quello che doveva essere“.

ESEMPI. “Sicuramente Prandelli, per la cura dei dettagli e la preparazione alla partita. Poi Ancelotti e Reja, sono due gestori di gruppo incredibili ed ho preso molto anche da loro“.

FUTURO. “Il futuro del calcio è nelle mani del Governo. Ci sono cose fatte bene, altre poco capibili, però dobbiamo accettarle. E’ facile criticare per noi quello che sta facendo il Governo. Se mi chiedete se mi sembra logico che un calciatore possa allenarsi al parco anziché al centro sportivo, dico di no. Ci si può allenare in orari diversi. L’aspetto mentale è troppo importante. E’ passato troppo tempo adesso per pensare di rimettersi a posto e ricominciare a giocare ogni tre giorni. Adesso serve più tempo per rimettere in condizione i giocatori e dovranno essere riviste le regole sui cambi, portandoli a cinque”.

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