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Galliani: “Ripresa? I tempi li decide il virus”

Le parole dell’amministratore delegato del Monza, intervenuto a Telelombardia: ha parlato di tanti temi legati all’attualità

L’ad Adriano Galliani è intervenuto ai microfoni di Telelombardia: “Ero collegato con Kakà per il suo compleanno. Oggi compie 38 anni, ci siamo ricordati tutte le sue meraviglie in rossonero e mi sono commosso. Per ora Sky trasmette le partite del passato e ce ne sono tante del vecchio Milan. Ci sentiamo tra di noi, di solito è Inzaghi che comincia la rumba. Dida, Oddo, Maldini, Pirlo, Gattuso, Ambrosini, Kakà, Inzaghi: loro li ho sentiti mentre trasmettevano la finale di Atene 2007. Il campionato del 2012? Con Tevez l’avremmo vinto, sognavo di vederlo in campo in rossonero con Ibrahimovic. È stato il mio boccone più amaro sul mercato insieme a Baggio che volevo ancora e che andò alla Juventus nel ’90. Il più forte con la maglia del Milan? Nessun dubbio: Marco Van Basten“.

Sulle dichiarazioni del ministro Spadafora e sulla ripresa dei campionati: “I tempi li decide il virus. Bisogna solo capire cosa succederà con la curva. In Lombardia ben sappiamo i problemi che ci sono, tra contagi che aumentano e malati che continuano a morire. La situazione è diversa in tutta Italia, forse il 4 maggio si potrà ripartire con gli allenamenti individuali che non centrano niente col gioco del calcio. E poi dovranno tornare a toccare il pallone tra di loro e serviranno almeno 4 settimane di allenamenti, come ha detto Allegri, per evitare infortuni. Quindi chissà quando si potrà tornare a giocare. Ci sarebbero ancora 12-13 partite da giocare, senza parlare di chi è impegnato nelle coppe europee. Ricomincerebbe un nuovo campionato tre mesi dopo lo stop“.

Sui club di A e B: “Se non riprendiamo, in tanti strasaltano per aria. Con l’indebitamento che già hanno i club e con la perdita dei ricavi delle televisioni diventerebbe una situazione drammatica. Ci sono ancora così tanti soldi da incassare, non si tratta solo dell’ultima rata. I top club europei rischiano la bancarotta: non hanno più ricavi ma continuano ad avere grandi costi. Real Madrid e Barcellona hanno negozi e musei che fatturano milioni e milioni di euro. Nessuno è in grado di reggere una non conclusione di questo campionato“.

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