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Palladino: “Ho lavorato sulla mentalità. Berlusconi e Galliani sono visionari”

Il tecnico biancorosso si è raccontato al Corriere dello Sport in questa sua prima esperienza su una panchina di Serie A

C’è un campionario di concetti solidi e robusti, che Palladino riserva alla squadra inserendovi sempre un sorriso rassicurante e contagioso. La splendida favola ha già una morale: si chiama empatia, risorsa portata da un triennio nel settore giovanile. Scrive il Corriere dello Sport.

I risultati profumano d’Europa da quando Palladino è al Monza: ha creato uno stile, con effetto immediato. Gli brillano gli occhi nel raccontarci i suoi primi tre mesi in serie A. L’efficacia espressa da giocatori affermati e affamati – ecco, la capacità gestionale – luccica in un cammino fatto di cinque vittorie in nove partite dal cambio di panchina.

In tutto questo, i risultati hanno allontanato ogni pressione.
«Sempre partendo, però, dalle condizioni in cui ho lavorato all’inizio. La società non ha mai parlato di me come di un allenatore ad interim, ma ho avuto piena libertà. Galliani e Berlusconi hanno fatto una scelta coraggiosa e visionaria. Del resto, le loro sono state spesso intuizioni singolari e vincenti. Adesso col Monza la strada è tracciata, perché siamo venuti fuori da molte complicazioni e da una situazione delicata».

Indicazioni variegate, in due mesi di lavoro col Monza. Una su tutte?
«La mentalità: a me interessa molto il modo di affrontare le partite. Per dire, mi rifaccio sempre a una sconfitta: quella di Roma contro la Lazio, lì ho visto una squadra che ci credeva. Ho percepito qualcosa di positivo: soltanto così possiamo alzare il nostro livello. A lla fine della partita di Roma, Galliani è sceso negli spogliatoi a esprimere soddisfazione nonostante il risultato».

Palladino terapeutico, non solo per i risultati.
«Siamo un gruppo forte e coeso, domenica abbiamo visto la finale dei Mondiali qui a Monzello tutti insieme. Trovare determinate alchimie è importante. I numeri dicono che siamo la squadra di Serie A che ha fatto ruotare più giocatori: anche questo è un valore indicativo. Nonostante avessi appena preso il suo posto in panchina, Stroppa mi ha contattato subito ed è stato molto gentile: “Spacca tutto, in bocca al lupo”, ha detto».

Altro punto a favore: Palladino è un allenatore che non si fa condizionare.
«Penso a quando mi è stato proposto di prendere in mano la prima squadra: all’inizio, le persone che avevo attorno mi hanno trasmesso un po’ di ansia e titubanza. Ho riflettuto sul fatto che si potesse andare oltre le difficoltà, io sono così: intrigato dalle grandi sfide, non mi spaventa nulla».

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