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Berlusconi, promessa mantenuta. Per Galliani la A è soddisfazione intima

Il 28 settembre 2018 Silvio Berlusconi entrava nella storia del Monza. Lo faceva già soltanto rilevando il club attraverso la Fininvest

Pochi giorni dopo, ai primi di ottobre, con al fianco Adriano Galliani divulgò il suo manifesto. Scrive La Gazzetta dello Sport.

«Pensiamo a una squadra molto giovane, tutta di italiani, composta da ragazzi con i capelli in ordine, senza barba, senza tatuaggi e orecchini vari. Saranno esempi di correttezza in campo, si scuseranno con gli avversari se gli avranno fatto male per colpa di un fallo. Tratteranno con l’arbitro usando la parola “signor”, stringeranno la mano agli avversari alla fine della partita, nasceranno autografi fatti bene e non schizzi incomprensibili, andranno in giro vestiti con sobrietà e a modo. Insomma, qualcosa di diverso dal calcio attuale». E aggiunse: «Andremo in Serie A».

Al netto dei tatuaggi e della barba, diciamo che il percorso seguito è stato netto. In meno di quattro anni il Monza di Berlusconi e Galliani è arrivato in Serie A per la prima volta dopo 110 anni di vita. Il B&G ha funzionato e funziona ancora. Ciò che il presidente e l’amministratore delegato hanno fatto negli anni al Milan lo hanno riproposto con gli ammodernamenti del caso anche al Monza. E tutta la Brianza ringrazia e ne gioisce.

Silvio c’è

La vicinanza tra Berlusconi e il Monza è già un dato di fatto geografico. Dallo UPower Stadium a villa San Martino, la sua residenza di Arcore, ci sono solo 7 chilometri. In tempi di traffico normale, una decina di minuti pure per le persone comuni. Lui che è il proprietario del club impiega anche meno. Al punto che qualche volta dopo aver seguito il primo tempo della sua squadra davanti alla televisione, evidentemente non soddisfatto dello svolgimento della gara, si è presentato allo stadio durante l’intervallo per dare adrenalina e spinta emotiva ai suoi giocatori. Vicinanza fisica insomma, perché il Cavaliere in questa avventura ha messo tutto l’impegno e la disponibilità possibile.

A chi pensava che fosse solo un capriccio post ­Milan, Berlusconi ha fatto cambiare idea nel giro di pochissimo tempo. Nell’ultima stagione, quella della promozione, ha iniziato a seguire la squadra Brescia e Pisa tanto per ricordare, le due gare fuori casa dei playoff. In Toscana si è concesso pure una passeggiata in piazza dei Miracoli prima dell’incontro. Dopo, invece, è sceso negli spogliatoi per godersi la festa e ricevere il coro dei suoi giocatori: «Un presidente, c’è solo un presidente».

Per Berlusconi è stata una stagione meravigliosa. Un doppio successo: il “suo” Milan ha vinto lo scudetto­ e lui lo ha festeggiato con la marea rossonera in piazza Duomo e il suo Monza ha ottenuto ciò che mai gli era riuscito nel corso della storia. Adesso che è tornato al tavolo delle grandi del calcio italiano, Berlusconi non avrà certo voglia di fermarsi a guardare. E tornerà al Meazza, sia rossonero sia nerazzurro, con l’orgoglio di chi ha mostrato di riuscire anche laddove nessuno prima lo aveva fatto.

La gioia di Adriano

Per Galliani la promozione in Serie A è stata una gioia personale prima di tutto, una soddisfazione intima. «Pio pianto quando l’arbitro ha fischiato tre volte a Pisa»­ ha commentato l’a.d. dopo la promozione. Sentimenti forti per chi è nato a Monza e del Monza è stato un tifoso fin da piccolo. In quei momenti la parte imprenditoriale e manageriale di Galliani si è fatta piccolina lasciando spazio a quella umana. La dedica spiega molto, se non tutto.

«Alla mia mamma, Annamaria, che mi ha trasmesso la passione per questa squadra, portandomi al vecchio Sada da bambino e che ho perso quando avevo quindici anni. A lei ho pensato quando la partita è finita: la promozione in A è un modo per onorare la sua memoria». Altro che bilanci e cartellini, qui ci sono i ricordi e i brividi della pelle a dire che si è fatto un ottimo lavoro. La tensione ha stretto Galliani in diversi minuti di sofferenza sportiva durante la stagione appena finita.

Più di una volta si è assentato dallo stadio di turno­ più facilmente a Monza ovviamente ­ per andare a pregare in chiesa (spesso al Duomo di Monza). Durante la cavalcata di questi anni Galliani ha avuto anche un problema serissimo di salute a causa del Covid ( «Ma anche in quei momenti pensavo al Monza») che non ha limato la passione e l’amore per questo club. E adesso che il libro della storia si è arricchito di un nuovo capitolo, l’energia è ancora la stessa del primo giorno.

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