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Il giubileo di Stroppa: le quattro partite per la massima serie Sfidando la storia

Ultime gare per coronare un sogno e riscrivere la storia biancorossa

Quando lo scorso 5 dicembre arrivò col suo Monza al Rigamonti di Brescia, Stroppa alzò lo sguardo su chi gli sedeva accanto in panchina e si rese conto che Bettella, Antov, Vignato e Rubbi neanche erano nati, domenica 12 marzo 2000. Marco Brescianini, tanto per dire, aveva invece 51 giorni di vita. Scrive Il Cittadino.

Giovanni da Mulazzano, con la maglia delle Rondinelle, in quella domenica di inizio millennio segnò il gol vittoria nell’1­0 al Monza, nelle stesse ore giubilari in cui Giovanni Paolo II indiceva la Giornata del perdono. La remissione del peccato sportivo di quel giorno, Stroppa l’ha scontata proprio 21 anni dopo con lo 0-­2 di Gtykjaer e Machin, nella gara di andata. È questo uno dei vezzi che la storia si prende, come in fondo racconta anche il raggiungimento del secondo posto che vale la A diretta: per ottenerlo, il Monza ha dovuto battere il Cosenza di Bisoli che della Cremonese, battuta a Frosinone e agganciata dai brianzoli, era mister fino a pochi mesi fa.

Quando Brocchi orbitava a Monzello, lui che invece nelle scorse ore è stato esonerato dal Vicenza. Lo Stroppa che oggi prepara la sfida al Brescia, sa che ricorsi e statistiche non bastano, per centrare il bersaglio grosso. Serve il cuore di Cittadella, quello dell’1­-2 in 11 contro 9. E serve testa: la medesima che ha portato il mister a trasformare Ciurria da jolly di partite in corso a pedina determinante a centrocampo. Ad esaltare le risorse dei cambi, con il miglior apporto in B da parte dei subentri, a reinventare Carlos terzo di difesa, a dosare il talento di Vignato o piazzare Mazzitelli in ruolo di play e rimodulare Donati sulla linea dei tre dietro.

All’andata, Stroppa riadattò il Monza trovatosi privo di Paletta e di un Mota poche ore prima del fischio d’inizio per positività al Covid. E ora, anche in questa volata di fine stagione, il fattore S può determinare le sorti della B. A Stroppa è stato fin qui rimproverata la sterilità negli scontri diretti, eccezion fatta per Brescia e l’andata di Cremona. Negli ultimi 360 minuti di campionato, arrivano 3 scontri diretti con chi lotta quantomeno per i playoff. Sbugiardare le statistiche, non sarebbe solo il modo per farsi perdonare questa lacuna. Ma significherebbe, soprattutto, andare in A

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